Enel firma accordo per vendita 50% di Enel Green Power Australia a Inpex
Enel ha annunciato di aver firmato attraverso la sua controllata al 100% Enel Green Power un accordo con Inpex, per la cessione del 50% delle due società che possiedono tutte le attività del Gruppo in Australia.
Si tratta, nello specifico, di Enel Green Power Australia Pty Ltd ed Enel Green Power Australia Trust (insieme: “Enel Green Power Australia”, o “EGPA”).
Il 50% delle due società al momento interamente possedute da EGP sarà ceduto a Inpex per un corrispettivo complessivo di circa 400 milioni di euro di enterprise value, riferito al 100%, di cui circa 140 milioni di euro in debito.
L’operazione, si legge nel comunicato, è in linea con l’attuale Piano Strategico di Enel, che prevede la realizzazione di partnership in alcuni business e aree geografiche per incrementare la creazione di valore.
“Al perfezionamento dell’operazione – ha reso noto Enel – si prevede che EGP e Inpex gestiranno congiuntamente EGPA, supervisionando l’attuale portafoglio di generazione da fonti rinnovabili di quest’ultima e continuando a sviluppare la sua pipeline di progetti, allo scopo di ottenere un incremento della capacità installata di EGPA”.
“In questo modo, EGPA continuerà a guidare la transizione energetica in corso in Australia, accelerando il suo contributo al raggiungimento dell’obiettivo Net Zero del Paese”.
Enel comunica inoltre di prevedere che “l’operazione complessiva genererà un impatto positivo di circa 87 milioni di euro sull’EBITDA ordinario e reported del Gruppo per il 2023”.
“Inoltre, si prevede che l’operazione genererà un effetto positivo sull’indebitamento netto consolidato del Gruppo di circa 145 milioni di euro legato alla quota del 50% ceduta da EGP che sarà contabilizzata nel 2023”.
“Ttale importo – viene precisato – non include circa 203 milioni di euro di indebitamento netto deconsolidati nel 2022, in quanto EGPA era già stata classificata come ‘held for sale’”.
Il perfezionamento della vendita è soggetto ad alcune condizioni preliminari usuali per questo tipo di operazioni, tra cui l’autorizzazione dell’Australian Foreign Investment Review Board e delle autorità antitrust competenti.