Aspettando COP26: il digitale per gli italiani è energivoro, ma non immaginano quanto
Il digitale per gli italiani è energivoro, ma non immaginano quanto. Così emerge dalla ricerca “Italiani e Sostenibilità Digitale: cosa ne sanno, cosa ne pensano”, realizzata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Una ricerca che arriva mentre si attende la COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow il prossimo 30 ottobre anticipata dalla pre-COP di Milano che si è conclusa pochi giorni fa e che analizza la percezione dell’impatto ambientale dei servizi digitali confrontando il consumo effettivo di alcuni strumenti digitali con quello che gli utenti pensano che tali strumenti consumino.
La sostenibilità ambientale e il digitale secondo gli italiani
In particolare, se per il 51% degli intervistati l’impatto in termini energetici del digitale è “abbastanza forte”, sono solo il 22,8% di essi a stimare correttamente quanto forte sia effettivamente tale consumo, con un 77.2% che invece ha la percezione di un impatto energetico del digitale più basso di quanto non sia in realtà. Scarsa consapevolezza quindi, ma anche poca attenzione verso la sostenibilità ambientale in relazione alla digitalizzazione “e per migliorare questi dati non basta la sensibilità del singolo ma serve una forte spinta da parte delle Istituzioni, con comunicazione al cittadino ed incentivi specifici, che siano però pensati per produrre un cambiamento consapevole delle abitudini”, sostiene Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.
Dalla riduzione dei consumi, alla gestione dei rifiuti fino agli sprechi alimentari, è la domotica a guidare il cambiamento. Dalla ricerca emerge che lampadine e prese smart (usate regolarmente dal 16.4% degli intervistati), elettrodomestici connessi in rete (13%) ed impianti di climatizzazione gestibili on-line (125) guidano la Top Ten degli strumenti digitali che contribuiscono alla lotta all’inquinamento ed al cambiamento climatico. A seguire applicazioni per la raccolta differenziata, stazioni meteo intelligenti, frigoriferi e dispense smart. Quasi un italiano su tre inoltre fa uso regolare di elettrodomestici intelligenti (19.6%), lampadine controllabili tramite assistenti vocali (16.4%), impianti di riscaldamento e climatizzazione gestibili da remoto (12%), termostati intelligenti (15,5%). Il 4.9% degli utenti inoltre utilizza applicazioni per il monitoraggio della qualità dell’acqua, ma è necessario evidenziare come tale dato risenta del fatto che tali applicazioni non sono disponibili su tutto il territorio nazionale.
Seguono le applicazioni per la gestione dei rifiuti, usate regolarmente da un italiano su cinque. A guidare la classifica in questo caso sono le applicazioni che forniscono indicazioni ed assistenza per la raccolta differenziata (10.9%) e quelle implementate dai Comuni per la prenotazione del ritiro dei rifiuti ingombranti (10.4%), oltre ai sistemi per la prenotazione dell’accesso alle isole ecologiche (6.6%). Infine, anche grazie ad alcune app di grande successo, stanno prendendo piede sistemi per abbattere gli sprechi alimentari, utilizzati regolarmente da un italiano su dieci. Si va dalle app che monitorano la scadenza dei prodotti a quelle dedicate allo scambio o alla vendita di prodotti prossimi alla scadenza (in entrambi i casi utilizzate dal 5.3% degli intervistati), passando per frigoriferi e dispense smart (5.1).