Reddito di cittadinanza: cosa accadrà alle famiglie dopo lo stop
Il mese di agosto rappresenta un vero e proprio cambio di passo per le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Entrano nel vivo, infatti, le novità introdotte dal governo Meloni.
In questi giorni sono arrivati gli sms a 169mila famiglie, che sono state informate che da agosto non riceveranno più il reddito di cittadinanza, perché all’interno del loro nucleo familiare non sono presenti minori, disabili e persone over 65.
La decisione presa dal governo di interrompere il reddito di cittadinanza continua a far discutere.
In Campania, ad esempio, i centri Inps nel corso della giornata verranno monitorati dalle forze dell’ordine, che cercheranno di andare a bloccare sul nascere possibili proteste. Ma soprattutto cercheranno di tutelare gli operatori, sui quali si potrebbe riversare la rabbia e lo sfogo dei cittadini privati del sussidio.
Reddito di cittadinanza: l’ultimo accredito
Per la giornata odierna si temono molte proteste.
Comunque vada, l’accredito di luglio è l’ultimo previsto per alcune categorie di percettori del reddito di cittadinanza: nello specifico, a perdere il sussidio, sono le famiglie al cui interno non ci sono minori, disabili o over 65.
Dal prossimo mese di settembre 2023, cambia tutto: dovrebbe diventare operativo l’assegno di supporto per la formazione al lavoro.
Le modifiche introdotte dal governo Meloni, infatti, dovrebbero entrare a regime per quanti stanno percependo il sostegno economico.
Il pagamento del reddito di cittadinanza avviene tra il 16 ed il 27 del mese. A condizionare la data nella quale arriva il pagamento è il momento in cui è stata effettuata la domanda per ottenere il sussidio o è stata inoltrata la richiesta di rinnovo.
Ma vediamo cosa cambia adesso per chi percepisce questo contributo mensile.
L’Inps, attraverso una circolare, ha ricordato che il contributo cambierà per i nuclei occupabili, nei quali ci siano persone con un’età compresa tra i 18 ed i 59 anni, che non siano portatori di disabilità.
A settembre, per le famiglie che hanno beneficiato per sette mesi del reddito di cittadinanza, arriverà l’assegno di supporto per la formazione e il lavoro, il cui ammontare è pari a 350 euro al mese.
La scadenza di luglio non vale, invece, per quanti non hanno usufruito delle sette mensilità previste per il 2023.
E per quanti entro il 31 luglio abbiano ottenuto una proroga dopo i primi diciotto mesi.
Chi continuerà a ricevere il sussidio pentastellato
Nel corso del mese di luglio il reddito di cittadinanza non sparirà proprio per tutti. Lo continueranno a ricevere, almeno fino al 31 dicembre 2023, le famiglie che risultino non essere occupabili, che hanno al loro interno minori, anziani o persone con disabilità.
Le famiglie non occupabili, dal 1° gennaio 2024, riceveranno il nuovo assegno di inclusione, i cui importi non dovrebbero essere inferiori a 480 euro al mese. Il nuovo contributo sarà sempre erogato dall’Inps.
Chi fosse interessato a controllare il saldo di luglio della propria carta Rdc fornita da Poste Italiane lo può fare nell’area riservata del sito ufficiale del reddito di cittadinanza, dove sarà possibile accedere tramite Spid.
In alternativa può inserire la carta in un Atm Postamat e digitare il pin, oppure chiamare il numero verde 800.666888 o contattare Poste italiane o l’Inps.
Le proteste sulla sospensione del reddito di cittadinanza
Palazzo Chigi si sta muovendo nel tentativo di spegnere le polemiche mosse dall’opposizione per la cancellazione del reddito di cittadinanza.
Matteo Salvini, leader della Lega, ha sottolineato che chi non è in grado di lavorare continuerà ad essere aiutato, ma chi può lavorare e non vuole andare a lavorare è giusto che non sia più mantenuto.
Le critiche, però, piovono forti dal sindacato.
Il governo – ha affermato Maurizio Landini, segretario della Cgil, – taglia il reddito a 169mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese.
Ad avvelenare il clima ci sarebbe anche la questione delle commissioni d’inchiesta, in particolare quella proposta da Fratelli d’Italia, che vorrebbe andare ad analizzare l’operato di Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, per i presunti mancati controlli.