Tim, accordo tra Kkr e il Mef per la rete. Il governo avrà ampio potere decisionale
La nascita di Netco di Tim potrebbe essere varata entro la fine dell’anno. A dare la svolta importante all’operazione è stata la decisione del Mef di partecipare nella società con una quota pari al 20% al fianco di Kkr.
La partecipazione del Mef, sostanzialmente, era il segnale che si aspettava da tempo.
Da un po’ di giorni il mercato stava spingendo il titolo Telecom Italia, che nella giornata di ieri ha chiuso a 0,28 euro, con un rialzo del 2,75%.
A festeggiare, ora come ora, è anche Kkr, che è riuscito a trovare nel Mef un alleato di peso per chiudere un’operazione davvero importante. E che, in un certo senso, la blinda.
Tim riuscirà in questo modo finalmente a dare esecuzione ad un piano disegnato oltre un anno fa.
Tim: la posizione di Vivendi
Difficilmente Vivendi potrà fare un’opposizione tenace al nuovo piano, che vede la costituzione di Netco.
Non è escluso, comunque, che i francesi tentino di alzare la voce durante l’assemblea: in concreto, però, è difficile che riescano nel loro intento di ostacolare l’operazione.
Entrando un po’ nei dettagli, nel corso della giornata di ieri è stato firmato il memorandum of understanding:
un accordo che prevede un’offerta vincolante e che, tra le altre cose, stabilisce anche l’ingresso del Mef.
Il Ministero avrà una quota fino al 20% di Netco, la società nella quale confluirà la rete di Tim.
L’offerta vincolante è quella che il fondo Kkr dovrà presentare al consiglio di amministrazione di Tim entro il prossimo 30 settembre 2023.
Netco: tempi stretti ma non impossibili
Con la sua quota del 20% appare fin da subito che il Mef avrà una quota di minoranza e, soprattutto, con un peso decisionale debole.
Questo, però, vale esclusivamente sulla carta.
L’intesa, infatti, almeno dal punto di vista dei rapporti tra le parti, prevede un ruolo decisivo per il governo italiano nella definizione delle scelte strategiche della Netco.
Quali sono i prossimi passaggi previsti?
A breve ci sarà l’adozione di un Dpcm che servirà a completare l’iter procedurale per la parte che riguarda più strettamente l’intervento istituzionale.
Kkr, nel frattempo completerà gli accordi per finanziare l’operazione da 23 miliardi di euro.
Entro la fine di questo mese dovrebbe arrivare anche l’impegno delle banche: questo potrebbe essere particolarmente utile per riuscire ad agevolare gli ultimi passi, che dovranno essere compiuti in poco più di un mese.
L’impegno finanziario del governo dovrebbe essere pari a 2 miliardi di euro.
Prendendo in considerazione la parte equity dell’offerta, che sarà pari a circa 10 miliardi di euro; il resto è debito che finirà nella nuova newco.
L’impegno delle banche dovrebbe arrivare entro il 30 agosto. A questo punto Kkr avrà un mese di tempo per riuscire a completare la sua offerta vincolante.
Ad ottobre si riunirà il CdA di Tim per la valutazione dell’offerta. Nel caso in cui sia necessario chiamare i soci al voto in assemblea, come vorrebbe Vivendi, la partita si dovrebbe chiudere entro la fine dell’anno.
I tempi potrebbero essere più rapidi
Secondo l’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, i tempi potrebbero essere addirittura più rapidi.
Nel corso della conference call di presentazione dei risultati trimestrali, commentando le indiscrezioni di stampa, Labriola aveva anticipato che per la vendita di Netco a Kkr ci sarà un accordo industriale.
“Non ci aspettiamo problemi specifici a livello di antitrust ma se ci sarà la partecipazione di alcuni azionisti italiani il processo di golden power sarà più semplice”.