Consumi famiglie italiane, come sono cambiati negli ultimi 30 anni
Confcommercio vede un po’ di luce alla fine del tunnel in termini di consumi. La spesa delle famiglie potrebbe tornare alla normalità. Una spinta che, secondo le stime dell’associazione, dovrebbe arrivare dalla crescita del settore del turismo (+23,6%).
Una crescita del turismo messa in luce anche dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: “La crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest’anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil“. Ma avverte: “L’economia, però, è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano, infatti, all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del PNRR e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi“.
Stando alle prospettive della Confcommercio entro il prossimo anno, i numeri sembrerebbero confermare che ci si avvicinerà, anche senza raggiungere il picco, ai livelli del periodo pre-crisi del 2007. Ma andiamo a vedere quali sono le aspettative.
Spesa delle famiglie: come cambia
L’ufficio studi della Confcommercio ha analizzato i consumi delle famiglie italiane nel periodo compreso tra il 1995 ed il 2023. Secondo le stime dell’associazione è la tecnologia a segnare un vero e proprio boom dei consumi degli italiani nel corso degli ultimi 30 anni: a farla da padrona, in questo settore sono i personal computer, i prodotti audiovisivi e multimediali ma soprattutto i telefoni cellulari. Per i Pc e i prodotti audiovisivi e multimediali, infatti, è previsto un aumento della spesa pro capite, in termini reali, del 786%, per gli smartphone si parla di un incremento del 5.339%.
Crescono i consumi all’interno del comparto del tempo libero, che registrano un +93%. Sono, invece, in calo:
- i pasti in casa: -11,2%;
- mobili ed elettrodomestici: -5,1%;
- il consumo di elettricità e gas: -12,2%. In questo caso il calo della spesa è determinato principalmente dalla riduzione degli sprechi e delle politiche di risparmio energetico.
Soffermandosi, invece, sulla spesa complessiva, nel 2022 (era pari a 20.810 pro capite) risulta essere ancora inferiore rispetto a quella del 2019 (20.914 pro capite). Anche se nel 2024 non saranno ancora recuperati i livelli del picco registrato nel 2007 (21.365 euro contro i 21.569 euro), il 2023 può essere considerato come l’anno del ritorno alla normalità. A contribuire a questo cambio di prospettiva è principalmente la filiera turistica, che rispetto allo scorso anno ha registrato degli aumenti consistenti per:
- viaggi, vacanze e alberghi: +23,6%;
- servizi ricreativi e culturali: +9,7%;
- bar e ristoranti: +8%.
Sostanzialmente sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può arrivare una maggiore crescita economica, che si spera possa essere sostenuta anche da alcune riforme e dagli investimenti del PNRR.
La spesa non ha ancora raggiunto i livelli del 2019
Andando ad analizzare i dati, si nota immediatamente che nel 2022 la spesa pro capite non ha ancora raggiunto i livelli del 2019. Questo recupero dovrebbe arrivare nella media dell’anno in corso. Nel 2024, comunque vada, non saranno recuperati i livelli del picco del 2007: ci sono duecento euro di spesa in meno ogni persona. Ma vediamo i dati nel dettaglio
- 1995 – spesa pro capite: 18.730;
- 2007 – spesa pro capite: 21.569;
- 2019 – spesa pro capite: 20.914;
- 2022 – spesa pro capite: 20.810;
- 2023 – spesa pro capite: 21.083;
- 2024 – spesa pro capite: 21.365;
Confcommercio sottolinea che
I consumi non torneranno alla fine del 2023 ai livelli del 2019 e resteranno lontani dal picco del 2007, anche nella media del 2024. Salvo tempo libero, tecnologia e viaggi e alberghi, nessuna macro-funzione riesce a tornare, nel 2023, ai livelli di spesa pro capite del 2019. In termini reali, elettricità, gas e altri combustibili, mobili ed elettrodomestici e alimentari consumati in casa mostrano spese reali inferiori a quasi trent’anni prima.
Confcommercio ha messo in evidenza, comunque vada, che il 2023 costituisce un anno molto importante perché si torna alla normalità. Il contributo del turismo è ben visibile: dai servizi ricreativi e culturali agli alberghi e ai viaggi, fino ai consumi fuori casa presso i pubblici esercizi. Sono questi i pilastri della potenziale crescita economica, generata, appunto, dal terziario di mercato, in attesa di una ripresa della manifattura esportatrice.