Catasto, Draghi: via alla riformulazione. Anche revisione rendite, ma nessun aumento tasse
Riforma catasto: “È prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario”. E’ quanto si legge nel testo del disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco.
“Le nuove informazioni – si legge ancora nel testo – non saranno rese disponibili prima del 1° gennaio 2026 e intendono fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale italiana. Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono quelli attuali. Le nuove informazioni raccolte non avranno pertanto alcuna valenza nella determinazione né delle imposte né dei redditi rilevanti per le prestazioni sociali”.
Rassicurazioni sono arrivate dallo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi:
“Una questione mi preme chiarire: nelle varie questioni (della delega fiscale) c’è anche riformulazione del catasto.
Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che oggi non è accatastato, terreni e abitazioni”.
Di conseguenza, “si procederà anche a una revisione delle rendite, con riguardo di quelle che sono le rendite di mercato. Ma l’impegno che il governo prende oggi è che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite su cui si basa la tassazione oggi restano invariate. Non cambia assolutamente l’imposizione fiscale sulle case, sui terreni. E’ molto importante dirlo, nei giorni scorsi si è teso un pochino a confondere. Una decisione è costituire una base di decisione adeguata, e ci vorranno cinque anni. La seconda decisione è cambiare le tasse. Noi la seconda decisione non l’abbiamo presa. Solo nel 2026 se ne riparlerà”.