Borse Hong Kong e Shanghai snobbano Moody’s. Hang Seng +2,5%
Le borse di Hong Kong e di Shanghai snobbano il downgrade sul Pil della Cina arrivato da Moody’s.
In particolare l’Hang Seng di Hong Kong scatta al rialzo del 2,5%, sostenuto dagli acquisti sui titoli del settore immobiliare. La borsa di Shanghai avanza dell’1,4%.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso con un progresso pari +0,70% a quota
32.939,18.
Positive anche Seoul +0,63% e Sidney +0,56%.
Oggi l’azionario globale rimarrà orfano di Wall Street, che rimarrà chiusa in occasione del Labor Day.
L’azionario di tutto il mondo beneficia comunque delle scommesse sempre più alte sul fatto che la Fed di Jerome Powell lascerà i tassi sui fed funds invariati, in occasione della prossima riunione del Fomc, in calendario il 19-20 settembre.
Venerdì scorso, dala pubblicazione del report sull’occupazione Usa di agosto, è emerso che l’economia degli Stati Uniti ha creato 187.000 nuovi posti di lavoro, al di sopra delle nuove 170.000 buste paga previste dal consensus degli analisti.
Il focus dei trader si è rivolto tuttavia soprattutto sul tasso di disoccupazione, che è salito al 3,8%, dal 3,5% precedente, attestandosi al record dal febbraio del 2022, fattore che ha alimentato di conseguenza la speranza di uno stop sui tassi da parte della Fed.
I mercati, di fatto, stanno scommettendo su un nulla di fatto sui tassi da parte della Fed con una probabilità del 93%, rispetto all’88% di giovedì scorso. Balzate anche le speculazioni su tassi fermi nella riunione di novembre, dal 58,9% di giovedì scorso al 65%.
Tornando alla Cina, Moody’s ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita del Pil del 2024 dal +4,5% previsto in precedenza al +4%.
L’agenzia di rating ha lasciato invece invariate le stime sull’espansione del Pil della Cina nel 2023, a un ritmo pari a +5%.
Tra le motivazioni alla base del downgrade, citato il calo della fiducia dei consumatori.
“Crediamo che la bassa fiducia dei consumatori stia frenando la spesa delle famiglie e che l’incertezza economica e politica continuerà a pesare sulle decisioni delle aziende”.