Cernobbio: Giorgetti attacca il Superbonus. Pil Italia sotto i riflettori
A portare al centro del 49esimo Forum Ambrosetti di Cernobbio il Superbonus è stato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, che ha usato toni decisamente duri contro le politiche usate nel passato.
Giorgetti ha sostanzialmente accusato i precedenti governi di aver dato retta unicamente alla domanda e di aver assegnato allo Stato un ruolo molto semplice: quello di distribuire sussidi.
Giorgetti si è scagliato senza mezze misure contro il superbonus, che ha permesso di sostenere l’economia nel periodo della pandemia.
Allo stesso tempo, nel corso del Forum Ambrosetti gli esperti si sono divisi nell’analisi della frenata del Pil.
Per alcuni manager si è trattato di una battuta d’arresto temporanea, che non dovrebbe andare ad influenzare le prospettive di crescita dell’economia italiana.
Per altri, invece, potrebbe essere l’annuncio di una fase recessiva, che potrebbe essere inevitabile.
Giorgetti boccia il Superbonus
Giancarlo Giorgetti ha bocciato senza mezzi termini il Superbonus.
Nel suo intervento nel corso del Forum Ambrosetti non ha citato gli errori di calcolo e le attese per le decisioni dell’Eurostat.
Giorgetti ha definito la misura, senza mezzi termini, un di mal di pancia.
Il Superbonus costerà 100 miliardi: il governo ne ha pagati 20, ne mancano 80. Giorgetti ha affermato:
a pensare al superbonus mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi.
Giorgetti, in questo periodo, è alle prese con la Legge di Bilancio, che dovrà essere impostata tra mille difficoltà, contrassegnate da una pesante scarsità di risorse e dalle promesse elettorali che dovranno essere mantenute.
Anche perché quella del 2024 è la prima manovra nella quale il governo Meloni avrà completamente voce in capitolo.
Giorgetti poi si è dimostrato deciso nel difendere una delle scelte più controverse del Governo:
la tassa sugli extra profitti delle banche.
Può darsi che l’imposta sia stata considerata inopportuna e sicuramente c’è stato un difetto di comunicazione – spiega Giorgetti – ma non accetto che sia definita una tassa ingiusta. Lo Stato ha dato molto alle banche, coprendo con le sue garanzie rischi che sono propri del mondo del credito, e può quindi anche chiedere.
Nel tentativo di andare a coprire gli interventi in cantiere – tra i quali ci sono il taglio al cuneo fiscale e gli incentivi sui premi di produttività e benefit – il Governo metterà mano ai margini di spesa che ritiene improduttiva e che risulta essere slegata al sostegno delle categorie più fragili, che passa sotto il capitolo delle rendite.
Marina Elvira Calderone, Ministra del Lavoro, ha spiegato che
Non credo che l’intervento sul lavoro si possa esaurire solo all’introduzione di un salario minimo legale fissato per legge. Noi abbiamo bisogno di lavoro regolare e di sottrarre le persone all’illegalità. Questo governo non è contro i giovani e soprattutto non vuole negare l’assistenza e il sostegno a chi ne ha bisogno. Stiamo lavorando al pacchetto di proposte per la manovra di bilancio. Abbiamo ben presente il tema delle pensioni all’interno delle risorse disponibili e ci stiamo occupando anche degli incentivi per l’occupazione, per la produttività e per il sostegno alle famiglie.
I timori per il Pil
A finire al centro del dibattito al Forum Ambrosetti c’è la frenata del Pil, che ha diviso i partecipanti.
Alcuni ritengono che si tratti di una battuta d’arresto temporanea, che non andrà ad inficiare direttamente le prospettive di crescita.
Altri, invece, ritengono che questo possa essere l’annuncio di una fase recessiva.
Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, è tra gli ottimisti.
Il manager ha spiegato che “non dobbiamo preoccuparci perché la flessione viene da lontano, dalla Cina che a sua volta ha creato una difficoltà per la Germania che è molto esposta, l’Italia molto meno“.
Secondo il presidente di Intesa Sanpaolo è possibile aspettarsi per il 2024 una crescita del Pil dell’1%, un po’ più veloce nella seconda parte dell’anno, leggermente più lenta nella prima.
Non è allarmato nemmeno Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, che spiega di conservare “l’ottimismo perché calo dell’inflazione dovrebbe far riprendere i consumi e credo che l’Italia potrà chiudere un anno non male”.
Tra i pessimisti, invece, c’è l’economista Nouriel Roubini, che ha sottolineato che è “ancora aperta la discussione sul destino dell’economia globale, se riuscirà a effettuare un atterraggio morbido o accidentato”.
Roubini ritiene che in questo scenario una correzione dei mercati azionari del 10% non sia improbabile nel caso in cui l’economia dovesse continuare ad indebolirsi.
L’economista ritiene che i mercati siano cresciuti troppo e questo forse porterà a una discesa nella seconda metà dell’anno.
Secondo il presidente del Polo del Gusto Riccardo Illy, “la frenata c’è, soprattutto sugli investimenti, sull’erogazione di finanziamenti quindi temo che potrà essere significativa e forse arrivare anche al segno meno”.