Tre studenti italiani su cinque cauti nei confronti dell’amministrazione del denaro
La pandemia ha trasformato in modo significativo il modo in cui gli studenti affrontano i piccoli e grandi problemi finanziari di ogni giorno. Per far fronte al difficile panorama economico, gli studenti dimostrando lungimiranza e hanno cominciato a unire le forze per rendere più efficiente la gestione delle proprie spese. Come emerge da un’indagine condotta dalla mobile bank N26 a livello europeo, un terzo del campione (74%) dichiara di condividere i pagamenti ricorrenti come le bollette, il 70% il costo dell’abbonamento a Internet e il 61% la spesa al supermercato.
Dall’indagine inoltre emerge che sono in molti a ricorrere al supporto della tecnologia per avere un maggior controllo sui conti in sospeso per le spese collettive, evitando così imbarazzanti conversazioni del genere: “chi deve cosa”. In particolare, più della metà (55%) utilizza un’app per dividere le bollette con gli amici, tra queste le più popolari sono quelle di N26, Paypal e Bizum (in Spagna).
Gli studenti italiani sotto pressione dopo la pandemia
Per quanto riguarda il campione italiano, rappresentato da 1.000 individui, gli studenti hanno vissuto non poche pressioni in questo ultimo anno a causa dell’emergenza sanitaria. In primis quella dell’affitto dell’alloggio preso la città universitaria di riferimento. Seppur quasi la metà di loro abbia scelto di trasferirsi o tornare a vivere nella casa di famiglia, un quarto (27%) si è trovato a dover continuare a pagare l’affitto affrontando una spesa non da poco peso sul bilancio mensile. Il 26% del campione italiano vive quindi con una certa ansia la propria situazione finanziaria, con quasi un terzo preoccupato perché non dispone di adeguati risparmi per far fronte alle spese di tutti i giorni, di conseguenza 3 su 5 degli intervistati definisce oggi “cauto” il proprio atteggiamento generale nei confronti dell’amministrazione del budget personale.
Riescono a fare conto sulle proprie risorse economiche per la gestione dei costi per abbonamenti TV (38%), Internet (29%), spese telefoniche personali (37%), iscrizioni in palestra (34%), serate con gli amici (48%), viaggi (46%). Ricorrono al contributo delle famiglie invece per quanto concerne eventuali reti fisse (24%), le tasse universitarie (33%), la spesa di generi alimentari (27%).