Lunedì negativo per Piazza Affari, male Stm. In corsa i titoli oil
Giornata difficile sui mercati con Piazza Affari che si accoda alla debolezza delle altre maggiori Borse mondiali. Le preoccupazione per l’inflazione continuano a tenere banco, con il meeting Opec+ che non è stato di giovamento in quanto la conferma dei rialzi graduali della produzione ha alimentato il rally del petrolio. In aggiunta tornano sotto i riflettori i problemi del settore immobiliare cinese. I titoli di Evergrande sono stati sospesi oggi dalle contrattazioni della borsa di Hong Kong in contemporanea con la scadenza del pagamento dei bond emessi in dollari del valore di $260 milioni. Sospensione anche per i titoli di un altro sviluppatore immobiliare cinese, Hopson, sulla scia di alcune indiscrezioni relative a “una importante transazione” con cui acquisterebbe le azioni di un’altra società. Secondo alcune indiscrezioni, l’oggetto della transazione sarebbe il 51% di Evergrande Real Estate, nell’ambito di un accordo di 40 miliardi di dollari di Hong Kong circa.
L’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,6% a 25.460 punti. In fondo al listino principale spiccano le vendite su Stmicroelectronics (-3,4%) che paga la debolezza di tutto il settore tech con il Nasdaq che segna oltre -2% oggi.
Male anche Exor (-2,55%), così come Nexi (-2,6%) e Prysmian (-2,55%).
A schivare le vendite sono state Moncler (+1,14%) e Telecom Italia (+1,01%), con quest’ultima reduce da consistenti ribassi che l’avevano spedita ai minimi da novembre 2020.
A svettare nel pomeriggio sono stati i titoli oil in scia al nuovo violento movimento al rialzo dei prezzi del petrolio. Saipem ha chiuso con +2,88%, seguita da Tenaris con +2,77% ed ENI con +1,39% in area 11,64 euro, sui nuovi massimi da febbraio 2020. A sospingere il settore energy è stata l’impennata delle quotazioni del petrolio con WTI ai massimi dal 2014. Movimento che fa seguito alla decisione dell’OPEC+ di confermare l’aumento della produzione di 400.000 barili al giorno previsto per novembre. Così come riferisce Bloomberg News, prima del meeting si era ipotizzato che il gruppo dei maggiori produttori di greggio potesse optare per un aumento maggiore dell’offerta a novembre, invece non è stata fatta alcuna proposta in tal senso.