Fisco, l’annuncio: tasse scontate del 50% alle imprese che rientrano in Italia
Meno tasse per le aziende che decidono di rientrare in Italia. È questo l’annuncio arrivato da Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, nei giorni scorsi.
La nuova strategia dell’Esecutivo a guida Giorgia Meloni è contenuta all’interno del decreto legislativo sul fisco internazionale, che è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre 2023.
La nuova iniziativa può essere sintetizzata in questo modo: per incentivare il rientro delle imprese in Italia, il governo pensa ad una riduzione delle tasse.
Le imprese andate in paradisi fiscali e via dicendo, le riportiamo in Italia e prevediamo una tassazione più bassa al 50% – spiega Maurizio Leo -. E al tempo stesso portiamo quelle multinazionali che vanno a posizionare le società all’estero e che quindi pagano poche tasse.
Ma cerchiamo di capire nel concreto cosa prevede il nuovo progetto e come verrà attuato.
Tasse dimezzate per le aziende che rientrano
Il governo Meloni ha in programma di incentivare le aziende a rientrare in Italia, proponendo loro una tassazione ridotta al 50%.
L’iniziativa – che ha l’obiettivo il rientro in patria delle aziende che si sono trasferite all’estero – è rivolta, in particolare, a chi ha scelto di spostare la sede legale in un qualsivoglia paradiso fiscale.
Il reshoring, comunque vada, è una scelta volontaria dell’azienda, che ha deciso di trasferire completamente o in parte le proprie attività produttive in paese diverso rispetto a quelli nei quali, in precedenza, era localizzata.
Il rientro in Italia permetterebbe alle aziende di dimezzare l’imponibile Ires o Irpef – a seconda della tassazione che viene applicata – e dell’Irap.
Alcuni incentivi sono stati previsti espressamente per quanti stiano esercitando l’attività di impresa, di arti e di professioni in forma associata e che hanno deciso di tornare nel nostro paese.
Chi decide di tornare in Italia deve rimanerci almeno cinque anni:
quanti dovessero decidere di delocalizzare nuovamente prima della scadenza di questo termine, dovranno restituire allo Stato – con i relativi interessi – i benefici economici di cui hanno beneficiato.
Non hanno la possibilità di accedere a questo beneficio le società che operavano in Italia nel corso dei 24 mesi precedenti rispetto alla scelta di reshoring.
Il rientro dei cervelli in Italia
Il decreto legislativo sul fisco internazionale, oltre alla misura per favorire le imprese, introduce una misura che si rivolge ai lavoratori dipendenti o agli autonomi.
Quanti decideranno di trasferire la propria residenza fiscale in Italia, avranno la possibilità di godere di un regime agevolato completamente nuovo a decorrere dal 2024.
Questa particolare misura avrà una durata di cinque anni.
Lo sconto dell’Irpef previsto con il nuovo decreto, non comporta alcun cambiamento delle regole per quanti rientrano in Italia e decida di trasferire la propria residenza anagrafica entro il 31 dicembre 2023.
La riforma del fisco internazionale prevede una stretta sul regime agevolato che, in estrema sintesi, abbassa al 50% lo sconto fiscale in essere per i prossimi cinque anni.
La misura viene riservata unicamente a quei lavoratori che hanno un’elevata qualificazione. Si salveranno, comunque, quanti rientreranno entro la fine dell’anno.
La global minimum tax per le imprese
Rimane da citare la global minimum tax, sulla quale si baserà uno dei pilastri della riforma fiscale italiana.
La misura prevede l’introduzione di un’imposta minima pari al 15%, che dovranno versare le multinazionali.
Lo scorso 16 ottobre 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto legge con il quale veniva recepita la direttiva Ue sulla minimum tax, che dovrà essere versata a partire dal 1° gennaio 2024 dalle multinazionali e dai grandi gruppi nazionali e che servirà a finanziare la Legge di Bilancio.