Finanza Mutui, effetto stop Bce di Lagarde sui tassi: cosa succede alle rate

Mutui, effetto stop Bce di Lagarde sui tassi: cosa succede alle rate

31 Ottobre 2023 09:19

Quale impatto avrà sulle rate dei mutui la decisione della Bce di lasciare i tassi d’interesse invariati?

Ricordiamo che Francoforte, dopo una serie di dieci aumenti consecutivi, ha lasciato fermi i tassi sui rifinanziamenti principali al 4,50%, mentre quello sui depositi è fermo al 4% e quello sui prestiti marginali è bloccato al 4,75%.

Secondo un’analisi effettuata da Facile.it e Mutui.it, le rate sui mutui variabili rimarranno ferme ad un +294 euro rispetto a quando era necessario pagare nel corso del mese di gennaio 2022: siamo davanti ad un aumento del 64%.

Quanti hanno sottoscritto un finanziamento ipotecario potranno tirare un sospiro di sollievo.

Ciò non toglie che la pressione delle rate continuerà a rimanere elevata e prima che possa essere registrato un calo è necessario attendere il 2024.

Mutui a tasso variabile: quanto costano

Inutile negarlo: se è vero che le famiglie possono tirare un sospiro di sollievo per la decisione presa dalla Bce, le rate dei mutui, ad ogni modo, continuano ad essere elevate.

Facile.it e Mutui.it hanno preso in considerazione un finanziamento a tasso variabile che è stato sottoscritto ad inizio 2022.

La rata mensile è passata da 456 euro del mese di gennaio 2022 a 750 euro di oggi: siamo davanti ad un aumento del 64%.

Ogni anno, per coprire gli esborsi aggiuntivi del proprio mutuo, ogni famiglia deve pagare 2.850 euro in più.

La situazione sarebbe sicuramente peggiorata se la Bce avesse deciso di proseguire con la politica degli aumenti.

Nel caso in cui avesse deciso un incremento dello 0,25%, la rata mensile del mutuo preso in considerazione dall’analisi avrebbe continuato a crescere e avrebbe sfiorato i 770 euro, con un aumento del 68% rispetto a quanto veniva versato nel corso del mese di gennaio 2022.

Per fortuna, però, la Bce ha deciso di non proseguire con la strada dei rialzi, almeno per questa volta.

Quando inizieranno a calare le rate

La domanda, a questo punto, che si pongono i mutuatari, è quando sia previsto il calo delle rate dei mutui.

Dando uno sguardo alle aspettative di mercato – la previsione è basata sui Futures sugli Euribor aggiornate al 23 ottobre 2023 – è necessario attendere fino al 2024 per riuscire a registrare i primi segnali di calo.

Nel corso del mese di ottobre 2023, l’Euribor a tre mesi si è mosso intorno al 3,95%.

Stando alle previsioni, dovrebbe scendere al 3,92% nel corso del mese di marzo 2024.

A giugno del prossimo anno dovrebbe arrivare a 3,75%, mentre a dicembre 2024 sfiorerà il 3,35%.

Nel caso in cui questo dovesse avvenire, la rata del muto medio che abbiamo preso in considerazione dovrebbe rimanere uguale a quella di oggi – ossia pari a 750 euro – nel corso del mese di marzo 2024.

Scenderebbe, invece, a 737 euro a giugno, mentre a dicembre 2024 arriverebbe a 708 euro.

Cosa scegliere tra fisso o variabile

È meglio un mutuo a tasso variabile o fisso? Questa, giustamente, è una domanda che si stanno ponendo quanti devono acquistare un nuovo immobile.

Andando a riprendere la simulazione effettuata da Facile.it, i migliori tassi fissi che sono disponibili in questo momento online partono da un 3,79%: corrispondono ad una rata mensile pari a 651 euro.

Per quanto riguarda i tassi variabili, si parte da un TAN di 4,71%, che corrisponde ad una rata di 709 euro.

Non esiste in assoluto una scelta migliore di un’altra riguardo alla tipologia di tasso e le variabili da tenere in considerazione sono molte e soggettive – spiegano gli esperti di Facile.it -. Per chi non vuole rischiare la soluzione più adatta è il tasso fisso, che ad oggi non solo garantisce la stabilità della rata, ma risulta anche più conveniente rispetto alla cedola di partenza un mutuo variabile. Chi, invece, è più incline al rischio e dispone di una maggiore capacità reddituale potrebbe optare per un tasso variabile; si tratta di fare una piccola scommessa, ovvero che a partire dal nuovo anno le rate comincino a frenare la loro ascesa e poi a inizino scendere. Sul lungo periodo, in effetti, i tassi variabili si sono dimostrati nella maggior parte dei casi più convenienti, ma bisogna avere le spalle larghe per i momenti di difficoltà dei mercati.