Torna la pace contributiva: sarà più facile andare in pensione
Grazie alla pace contributiva, nel 2024, i lavoratori avranno la possibilità di accedere più facilmente alla pensione. Sarà possibile, infatti, recuperare i contributi che non sono stati versati negli anni in cui non si è lavorato. Attraverso la Legge di Bilancio 2024 sono state introdotte alcune nuove misure (altre, invece, sono state modificate) che renderanno più agevole regolarizzare la propria posizione previdenziale.
Attenzione, però, che la pace contributiva non è gratuita: ha un costo. È uno strumento a cui possono accedere i lavoratori per abbreviare i tempi della pensione, ma ha un costo che, in alcuni casi, può essere alto. Ma vediamo quali sono le novità previste nel nuovo anno e a quali agevolazioni potranno accedere i diretti interessati.
Pensioni: arriva la pace contributiva
Torna la pace contributiva. Ad introdurla nuovamente è la Legge di Bilancio 2024: il provvedimento era stato introdotto, in passato, nella Legge n. 4/2019. Quella, per intenderci, che introdusse anche Quota 100.
La pace contributiva ha uno scopo ben preciso: quello di andare a colmare i buchi contributivi e agevolare l’uscita dal mondo del lavoro per quanti abbiano intenzione di andare in pensione. Questo strumento sarà a disposizione degli interessati per tutto il 2024 e il 2025.
Chi vi può accedere
Possono accedere alla pace contributiva esclusivamente i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo puro. Sono le persone che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996. Non vi possono accedere in alcun modo quanti ricadono nel sistema misto o in quello retributivo.
Accedere a questo strumento può tornare utile a quanti abbiano intenzione di anticipare il momento in cui andranno in pensione. O in alternativa che abbiano intenzione di aumentare il proprio montante contributivo e quindi ottenere un assegno previdenziale più cospicuo.
I diretti interessati hanno la possibilità di accedere alla pace contributiva per i periodi privi di copertura contributiva, che siano successivi al 1995. È possibile riscattare fino a cinque anni di contribuzione e renderli utili a tutti gli effetti per andare in pensione. Non è necessario che i periodi riscattabili siano continuativi: lo strumento diventa utile per quanti abbiano avuto delle carriere discontinue. Ed abbiano l’intenzione di rendere costante e continuativa nel tempo la propria posizione previdenziale.
Hanno la possibilità di accedere alla pace fiscale i lavoratori iscritti alle seguenti gestioni:
- assicurazione generale obbligatoria;
- Fpld, fondo pensione lavoratori dipendenti;
- gestione speciale Commercianti;
- fondo speciale della previdenza degli artigiani;
- fondo speciale dei coltivatori diretti, degli imprenditori agricoli professionali, dei coloni e dei mezzadri;
- fondi esonerativi dell’Ago e alle forme sostitutive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria.
Quanto costa la pace contributiva
Ma quanto può costare la pace contributiva? Fare il calcolo è semplice: basta applicare l’aliquota contributiva di finanziamento, che risulta essere vigente nella gestione previdenziale nella quale opera il riscatto all’imponibile dell’ultimo anno. Volendo semplificare al massimo, è possibile moltiplicare l’imponibile degli ultimi dodici mesi per l’aliquota contributiva. Il risultato deve essere moltiplicato, a sua volta, con il numero degli anni da riscattare. Le aliquote da applicare, nello specifico, sono le seguenti:
- 33% per i lavoratori dipendenti;
- 24% per i lavoratori autonomi;
- 25,72% per gli iscritti alla Gestione Separata Inps.
L’importo ottenuto può essere rateizzato in dieci anni – per un massimo di 120 rate mensili – senza interessi. Il costo sostenuto permette di ottenere un detrazione fiscale pari al 50%, che può essere ammortizzata nell’arco di cinque anni, con delle rate di pari importo.