Pensioni, le novità previste dalla Legge di Bilancio 2024
Dopo il via libera ottenuto dal Senato, il capitolo dedicato alle pensioni della Legge di Bilancio 2024 attende l’approvazione della Camera. Ossia il via libera definitivo. Attraverso la manovra, il governo ha messo mano alla previdenza, anche se non è arrivata quella riforma che lavoratori e sindacati aspettavano. Tra le novità di maggior rilievo che sono state introdotte ricordiamo:
- la possibilità di accedere più facilmente alla pensione di vecchiaia, almeno per i lavoratori che rientrano completamente nel sistema contributivo;
- che per chi vuole utilizzare Quota 103 le finestre saranno dilatate;
- che arriva la stretta sui pensionamenti anticipati.
Dal 1° gennaio 2024 quanti hanno intenzione di andare in pensione anticipatamente devono tenere conto che sono stati innalzati i requisiti anagrafici per accedere all’Ape Sociale (63 anni e 5 mesi) e ad Opzione Donna, che sono passati da 60 anni a 61 anni, con uno sconto di un anno per figlio, con un tetto massimo di due anni. Quota 103, inoltre, viene vincolata al ricalcolo contributivo e al rispetto di un requisito molto importante: l’assegno previdenziale deve essere pari a quattro volte il trattamento minimo.
Pensione anticipata: come funzionerà nel 2024
Anche nel 2024 sarà possibile accedere alla pensione anticipata. Sarà possibile uscire dal mondo del lavoro al compimento dei 64 anni e al raggiungimento dei 20 anni di contributi. L’assegno previdenziale dovrà essere tre volte l’importo dell’assegno sociale (fino al 31 dicembre 2023 è solo 2,8 volte). Comunque vada sono previsti degli sconti: per le donne con un figlio la soglia viene abbassata a 2,8 volte, mentre per quelle che hanno più di un figlio viene abbassata a 2,6 volte.
Fissato anche un tetto massimo oltre il quale l’assegno previdenziale non potrà andare: cinque volte il minimo Inps. I lavoratori che rientrano nel sistema contributivo hanno la possibilità di utilizzare la pace contributiva per riscattare – nel corso del biennio 2024-2025 – eventuali buchi previdenziali per un periodo massimo di cinque anni. Il periodo che può essere coperto proprio grazie alla pace contributiva è quello compreso nel periodo 1° gennaio 1996 e 31 dicembre 2023.
Quota 103
Introdotte alcune novità che riguardano Quota 103. È stata aumentata la durata delle finestre mobili. Per quanti lavorano nel comparto privato è passata da 3 mesi a 7, mentre per quelli del pubblico è passata da 6 a 9 mesi. L’assegno previdenziale verrà calcolato attraverso il metodo contributivo e non con quello misto: questo comporterà una riduzione permanente degli importi che arriveranno ogni mese.
Quanti siano in possesso dei requisiti per accedere a Quota 103 hanno la possibilità di posticipare la data in cui andare in pensione. Potranno, quindi, restare al lavoro beneficiando di un premio direttamente in busta paga.
La pensione anticipata ordinaria
L’ampliamento delle finestre ed il calcolo dell’assegno previdenziale hanno reso più competitiva la pensione anticipata ordinaria. Viene, infatti, calcolata con il metodo misto.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha stimato che proprio quest’ultima permetterà alle lavoratrici del comparto pubblico uno sconto di quattro mesi e di sei mesi per quelle del privato.
Ape Sociale ed Opzione Donna
Cresce di cinque mesi il requisito anagrafico per poter accedere alla pensione con l’Ape Sociale. Rispetto al 2023 si riduce, quindi, la potenziale platea dei beneficiari. Si stima che le adesioni possano coinvolgere 12.500 unità contro le 16.000 di quest’anno.
Per Opzione Donna è richiesta un’età minima di 61 anni al posto dei 60 che erano richiesti entro il 2022. Questo comporta che le uscite stimate si possano ridurre a 2.200 contro le 2.900 del 2023.
Cosa è previsto per medici ed infermieri
Cosa cambia, invece, per il personale sanitario, i dipendenti degli enti locali, i maestri e gli ufficiali giudiziari? In questo caso le finestre per uscire dal lavoro anticipatamente si dilatano:
- da tre a quattro mesi per il 2025;
- a cinque mesi nel 2026;
- a sette mesi nel 2027;
- a nove mesi a partire dal 2028.
Medici ed infermieri avranno la possibilità di prolungare la propria permanenza in servizio una volta che abbiano maturato i requisiti per accedere alla pensione anticipata. Ogni mese di permanenza in più al lavoro, permetterà di ottenere una riduzione di un trentaseiesimo del taglio dell’aliquota di rendimento sulla quota retributiva.
I lavori usuranti
Rimangono, invece, invariate le misure relative all’uscita anticipata per i lavori usuranti, tra i quali rientrano anche quelli notturni. Continua, comunque, a rimanere difficile la certificazione della condizione che permette di accedere alla pensione.
Stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, su 4.000 richieste 1.500 sarebbero state respinte. Nel 2023 oltre un migliaio risultavano essere ancora in istruttoria.