Germania post-voto: coalizione semaforo l’opzione più calda, focus sui risvolti per i mercati
Nessuna sorpresa dalle urne. Le elezioni in Germania si sono chiuse con la vittoria dell’SPD (25,7% dei voti), inseguito dal duo CDU/CSU e dall’exploit dei Verdi. Quarto posto per consensi all’FDP, che potrebbe rientrare in quella che sarebbe la coalizione “semaforo” con il partito vincente e quello degli ambientalisti. Questa l’ipotesi più accreditata dagli esperti, che spianerebbe la strada a un governo guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz, successore designato dopo la fine della lunghissima era Merkel. Un esecutivo con politiche favorevoli alla sostenibilità e un regime fiscale meno duro. Il quadro emerge dal report di Credit Suisse.
Investimenti green in crescita
Secondo gli analisti dell’istituto elvetico, la coalizione “semaforo” (SPD-Verdi-FDP) ha il 60% di probabilità di concretizzarsi. Questo governo chiederebbe all’SPD uno sforzo concreto sugli investimenti green (i Verdi vorrebbero 50 miliardi annui) e nessun significativo aumento sulle tasse (per accontentare l’FDP). Tale coalizione potrebbe poi incrementare la spesa pubblica finanziando opere legate alle infrastrutture e aumentare l’integrazione con Bruxelles (magari rendendo il Recovery Fund permanente). E potrebbe anche apportare un aumento significativo al salario minimo.
Bund ed Euro in positivo
Con queste premesse sul piano del programma politico, i mercati accoglierebbero favorevolmente la coalizione “semaforo” e potrebbero spingere ancor più al rialzo le quotazioni dei titoli di Stato tedeschi. E allargando lo sguardo all’intera Eurozona, questi sviluppi potrebbero favorire uno scenario reflazionario nel Vecchio Continente. Inoltre con gli attuali indicatori economici, facendo anche un raffronto con gli Stati Uniti, si può esprimere una valutazione positiva anche sull’Euro che in questa fase appare sottovalutato.
Asset europei più appetibili
Tornando a focalizzarci sulla Germania, l’eccesso di risparmi nel Paese e il suo surplus commerciale ha sempre rappresentato uno degli squilibri più significativi tanto in Europa quanto a livello globale. Il sottoconsumo di Berlino, di conseguenza, ha fatto sì che gli interventi esterni in aiuto ai Paesi periferici dell’Europa nelle fasi di crisi fossero messi in atto tramite una riduzione dei consumi domestici e dei salari reali. Perciò una crescita dei consumi tedeschi farebbe aumentare anche la resilienza dell’Eurozona, aumentando i tassi di crescita degli Stati membri. Con il risultato di rendere più appetibili gli asset europei agli occhi degli investitori globali.