Tutela gas: come valutare le tariffe placet variabili e i potenziali rischi
Il servizio di maggior tutela del gas è stato chiuso definitivamente, dopo il recente debutto di quello libero. Complessivamente, solo per il gas, sono oltre 3,5 milioni di utenti che non hanno ancora provveduto a scegliere una qualsiasi offerta disponibile nel mercato libero. Devono in qualche modo gestire le nuove strutture di tariffe: le placet variabili, che arrivano in un contesto energetico complesso. Da oltre due anni, infatti, stiamo attraversando una situazione contraddistinta da una certa instabilità – prima di tutto sul piano internazionale – che ha condizionato in maniera particolarmente pesante i prezzi delle materie prime dell’energia.
Ma come valutare i potenziali rischi delle tariffe placet variabili? A fare il punto l’ultimo Osservatorio di Switcho.
I prezzi del gas crescono di continuo
A pesare sugli aumenti dei prezzi dell’energia elettrica e del gas sono principalmente la guerra russo-ucraina e una ridotta produzione di energia da fonti rinnovabili e dal nucleare. Nel corso del mese di agosto 2022 sono stati registrati dei prezzi record: il prezzo del gas naturale all’ingrosso e dell’energia elettrica hanno registrato dei picchi pari, rispettivamente a 9 e 8 volte i livelli precedenti la crisi. A mettere in evidenza questi numeri è l’osservatorio Switcho, che ha posto all’attenzione, però, il fatto che i prezzi di luce e gas sono riusciti a trovare una stabilità, pur non essendo in un contesto pre-crisi.
Proprio in questo contesto, gli ex clienti del mercato a maggior tutela del gas hanno subito una modifica delle condizioni contrattuali: sono passati, infatti, al mercato libero con un’offerta placet (Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela), che risulta essere esclusivamente variabile. Questa offerta è stata definita in deroga, perché viene applicata specificatamente ai clienti uscenti.
Le tariffe placet – spiega Redi Vyshka, co-founder e COO di Switcho – sono offerte con una struttura semplice, pensate dall’Autorità per aiutare gli utenti ad avvicinarsi al mercato libero. Ne esistono di due tipologie: a prezzo fisso e a prezzo variabile. Nelle prime, il costo della materia prima è bloccato, solitamente per 12 mesi. Le seconde invece, che sono le nuove tariffe degli ex-clienti del mercato tutelato gas, prevedono due componenti di costo: una quota fissa mensile, indipendente dai consumi e decisa dal fornitore, e una quota variabile mensilmente basata sulla la media del prezzo all’ingrosso del metano sulla borsa italiana (PSV).
Il costo della materia prima
L’osservatorio Switcho mette in evidenza che al momento il prezzo della materia prima gas risulta essere sostanzialmente stabile e basso. Gli utenti che hanno una tariffa variabile, ossia gli utenti vulnerabili che sono rimasti nel mercato tutelato – gli ex-clienti del servizio di tutela con tariffa placet e buona parte degli utenti del mercato libero -, stanno ricevendo delle bollette relativamente basse. Il costo del metano, però, potrebbe raddoppiare, triplicare o quadruplicare in pochi giorni, come già accaduto in passato.
Abbiamo già assistito ad aumenti improvvisi e quasi imprevedibili – continua Vyshka -. Basterebbe un inasprimento delle relazioni con un Paese fornitore o un suo alleato. Se per esempio i conflitti in Medio Oriente peggiorassero, potremmo assistere ad un aumento del prezzo del gas e, di conseguenza, tutti gli utenti con una tariffa variabile pagherebbero molto di più.
Come proteggersi dunque dall’incertezza dell’andamento del costo della materia prima?
Premettendo che non è possibile prevedere l’evolversi del mercato, in queste condizioni il prezzo fisso può offrire sicurezza per 12/24 mesi – spiega Vyshka -. Attualmente, le tariffe a prezzo fisso sono mediamente più care, ma sono le uniche che permettono di bloccare il costo della materia prima e proteggere da possibili rincari.
Nel corso degli ultimi due anni, gli utenti che hanno scelto una tariffa a prezzo fisso – e che sono riusciti a farlo in momenti favorevoli, con basse quotazione della materia prima – hanno goduto di risparmi significativi, rispetto agli utenti con una tariffa a prezzo variabile.
La famiglia tipo, che è riuscita a bloccare le tariffe di luce e gas per 24 mesi a settembre 2021, ovvero a ridosso dei primi rincari, avrebbe speso nei due anni oltre 2.500 euro in più se avesse invece sottoscritto o mantenuto una tariffa variabile.