Smart home in Italia: il mercato cresce ma resta indietro in Europa. Focus su AI per risparmio energia
L’intelligenza artificiale può essere un utile alleato in casa, permettendo agli utenti di risparmiare energia e di identificare rapidamente eventuali guasti. Gli italiani, però, sono ancora poco smart in casa rispetto al resto d’Europa. Queste sostanzialmente sono alcune delle deduzioni che si possono trarre dalla ricerca sulla Smart Home dell’osservatorio internet of things della School of Management del Politecnico di Milano.
In Italia, infatti, continua a crescere il mercato della Smart Home, raggiungendo quota 810 milioni di euro, registrando un tasso di crescita più alto rispetto a quello della media europea. Un buon risultato, che, almeno per il momento, non è però riuscito a colmare il distacco con gli altri Paesi.
Smart home: un mercato in continua crescita
In Italia continua a crescere il mercato della Smart Home: si è giunti a quota 810 milioni di euro, registrando un +5% rispetto al 2022. La notizia positiva è che nel nostro Paese è stato raggiunto il tasso più alto di crescita dell’intera Europa. Quella negativa” è che non è stata, però, ancora colmata l’elevata distanza con gli altri Paesi, almeno in termini di spesa pro capite: la media europea si attesta intorno ai 28,8 euro, quella italiana a 13,7 euro.
Il mercato italiano dovrebbe espandersi in maniera ancora più elevata. A far rallentare la crescita rispetto agli ultimi anni – nel 2022 era su un +18%, mentre nel 2021 eravamo su un +29% – è la riduzione degli incentivi. Ne hanno risentito principalmente le vendite dei dispositivi smart che sono legati principalmente al risparmio energetico, tra i quali ci sono:
- caldaie;
- pompe di calore;
- valvole termostatiche;
- termostati.
Il contributo dell’intelligenza artificiale
Nel corso del 2023, però, sono arrivate importanti novità, almeno sul fronte della domanda e dell’offerta di soluzioni smart home. È aumentato, infatti, il numero delle aziende che hanno proposto dei servizi innovativi che si sono basati sulla valorizzazione dei dati raccolti dai dispositivi e dalle integrazioni delle soluzioni IoT con gli algoritmi dell’intelligenza artificiale.
L’ampliamento della propria base clienti passa anche attraverso la vendita dei dispositivi hardware. Le aziende, infatti, hanno iniziato a guardare con maggiore consapevolezza alle nuove soluzioni IoT basate sulla Generative AI.
Il 2023 ha portato grandi novità sul fronte della domanda e dell’offerta di soluzioni smart per la casa – spiega Giulio Salvadori, direttore dell’osservatorio internet of things -. Lato domanda, si assiste a un consolidamento sempre più forte dell’App come principale interfaccia tra Smart Home e utente. Lato offerta, cresce il numero di aziende che propone servizi innovativi, integrando all’interno delle soluzioni algoritmi di Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è fidelizzare i propri clienti, puntando su un’esperienza sempre più personalizzata e creando valore grazie ai dati raccolti.
Smart home: come si muove il mercato
Nel 2023 a trainare le vendite del mercato smart home sono principalmente le soluzioni per la sicurezza, come videocamere, sensori per porte/finestre e serrature connesse. Il giro d’affari è stato pari a 195 milioni di euro, pari al 24%. Il tasso di crescita è stato superiore al 2022: +30% nel 2023 contro il +20% dell’anno precedente.
Si è inoltre consolidata l’attivazione di abbonamenti che danno la possibilità di archiviare su cloud video e immagini. Ma anche di effettuare delle chiamate di emergenza automatiche o di attivare dei servizi di pronto intervento in caso di allarme. Aumentano le offerte in grado di integrare l’intelligenza artificiale per rilevare potenziali violazioni di sicurezza. E quindi proteggere la casa.
Con 151 milioni di euro di mercato, pari al 19%, seguono gli elettrodomestici smart. In questo caso è stata registrata una crescita importante – siamo intorno ad un +8% – nonostante la flessione di vendite registrata nel resto d’Europa, pari ad un -5% nel 2023.
Al terzo posto ci sono i sistemi di climatizzazione smart, con un giro d’affari che si attesta intorno a 148 milioni di euro, pari al 18% del mercato. In questo caso i principali produttori stanno aumentando l’offerta e stanno lanciando dei prodotti basati su servitizzazione e utilizzo di algoritmi di AI.
Al quarto posto gli smart speaker, con un giro d’affari pari a 130 milioni ed una quota di mercato del 16%. In questo caso viene registrato un rallentamento del trend di crescita (in linea con i numeri a livello internazionale) dovuto in gran parte alla progressiva saturazione del mercato, che vede sempre più abitazioni già dotate di uno o più speaker. In Italia, però, solo il 17% dei possessori di smart speaker li utilizza per gestire altri oggetti della casa. Nella ricerca si mette in evidenza che:
Nonostante la riduzione degli incentivi statali abbia contribuito al rallentamento delle vendite, mantengono un peso significativo le soluzioni più “vicine” al risparmio energetico, come caldaie, pompe di calore, termostati, valvole termostatiche e condizionatori connessi. Si tratta di una categoria di prodotti che ha risentito della riduzione degli incentivi statali. Nonostante questo, gli utenti rimangono sempre più attenti alla tematica, sia per i costi associati ai consumi sia per la crescente attenzione alla sostenibilità: il 17% dei consumatori associa il concetto di Smart Home alla gestione dei propri consumi (+5% rispetto al 2022). Il 24% degli utenti individua come servizio di maggiore interesse per il futuro proprio l’analisi in tempo reale dei consumi energetici.
Smart home: le aspettative dei consumatori
Stando ad una ricerca realizzata dall’osservatorio internet of things della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con BVA Doxa, il 59% dei consumatori ha affermato di essere in possesso di almeno un oggetto smart in casa. Il 70% si dichiara soddisfatto degli acquisti effettuati, ma risultano essere ancora pochi gli utenti che hanno connesso realmente i propri dispositivi: solo il 38%.
La propensione all’attivazione delle funzioni smart dipende dalla tipologia di prodotto acquistato. Risulta essere particolarmente elevata per le soluzioni di controllo e gestione della casa (68%) e di sicurezza (64%), risulta molto più bassa per gli elettrodomestici (32%). Coloro che hanno attivato le funzionalità smart le utilizzano con una certa costanza: il 63% lo fa frequentemente.
L’App si conferma la principale interfaccia tra utente e i vari dispositivi smart (54%), ma c’è ancora del lavoro da fare per quanto riguarda l’integrazione – spiega Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio Internet of Things-. Guardando alle aspettative dei consumatori per il futuro, il desiderio rimane quello di poter connettere tutti i dispositivi e poterli comodamente programmare in perfetta autonomia (32%), mantenendo sempre una certa attenzione sul livello di sicurezza interna all’abitazione (30%) e il pieno controllo sui consumi energetici (24%).