Gimme5: shopping, svago, viaggi e formazione, ecco le spese che tagliano gli italiani
Le tensioni geopolitiche, con la conseguente impennata dei prezzi delle materie prime, hanno contribuito all’aumento delle pressioni inflazionistiche a breve termine, influenzando anche le abitudini di spesa delle famiglie italiane.
Come emerge dall’ultimo sondaggio anonimo condotto sulla base clienti di Gimme5, lo shopping è stata la prima voce di spesa ad essere tagliata (per il 50,8% dei rispondenti), seguita dallo svago (47%), dai viaggi (42,2%), dalla formazione (8,5%) e, addirittura, dai beni di consumo primari (5,8%).
Anche la propensione all’investimento ne ha risentito: il 47,5% degli intervistati ammette di aver ridotto gli investimenti per mancanza di risorse, mentre il 30,7% dice di aver perso la fiducia nei mercati e il 29,6% trova sempre più difficile stimare la rischiosità di un investimento. Tra chi non riesce a intravedere le opportunità di investimento a sconto (79,4%) e chi reagisce in modo emotivo di fronte alle oscillazioni di mercato (27,2%), il primo assaggio di inflazione dopo anni di tassi zero non ha di certo lasciato indifferenti gli investitori italiani.
All’atto pratico, la maggioranza del campione ha adattato le proprie scelte di investimento al nuovo contesto, aumentando la diversificazione del portafoglio (30%), riducendo l’esposizione a settori specifici (10%) o il livello di rischio generale (8%) e, in alcuni casi, arrivando a disinvestire (12%). Non sembra, invece, aver perso rilevanza l’attenzione alla sostenibilità, che è rimasta un tema importante (57%) o è diventata ancora più centrale (31%) per la maggior parte dei rispondenti.