Finanza Conti pubblici: deficit/Pil, l’Italia raggiunge il 7,4%. Si tratta del più alto in Europa

Conti pubblici: deficit/Pil, l’Italia raggiunge il 7,4%. Si tratta del più alto in Europa

22 Aprile 2024 15:52

Nel 2023, l’Italia ha registrato un rapporto deficit/Pil del 7,4% e un debito pubblico equivalente al 137,3% del Pil, secondo i dati certificati da Eurostat. Questi dati costituiscono la base su cui la Commissione europea valuterà, nelle prossime settimane, l’opportunità di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per debito eccessivo. Nel 2022 l’Italia aveva registrato un deficit Pil dell’8,6% e un debito al 140,5% del Pil.

Il debito pubblico italiano si conferma infatti al secondo posto tra i Paesi dell’area euro, dopo la Grecia al 161,9% e davanti alla Francia al 110,6%, nonostante sia stato registrato un calo del 0,6% rispetto alle ultime rilevazioni. Nella classifica dei paesi con il debito più alto, concludono la top 5 la Spagna al 107,7% e il Belgio al 105,2%.

I dati: peggiora la stima sul deficit, Italia tra i debiti più alti dell’Ue

Rispetto al terzo trimestre del 2023, dieci Stati membri hanno registrato un aumento del rapporto debito/Pil alla fine del quarto trimestre del 2023, mentre diciassette hanno evidenziato una diminuzione. Tra le nazioni con un aumento del rapporto, si sono distinti Bulgaria (+2,1 punti percentuali), Lettonia (+1,6), Finlandia (+1,5), Estonia (+1,4), Svezia (+1,2) e Polonia (+1,0), mentre le diminuzioni più significative sono state osservate in Portogallo (-8,4), Grecia (-3,7), Slovenia (-2,6), Belgio (-2,4), Slovacchia (-2,3), Spagna (-2,1), Cipro (-1,7), Ungheria (-1,5) e Francia (-1,4).

Per quanto riguarda il rapporto deficit/PIL, si è osservato un aumento, salendo al 4,1% nell’area dell’euro e al 4,0% nell’UE, rispetto al 3,6% e al 3,5% del terzo trimestre del 2023. Undici Paesi hanno superato il limite del 3%, con l’Italia che ha registrato il valore più elevato, pari al 7,4%, in peggioramento di 0,2 punti rispetto alla stima precedente secondo i dati Istat. Questa revisione, spiegata dall’Istituto di statistica, riflette le ultime evidenze quantitative riguardanti la spesa per i crediti d’imposta relativi al Superbonus, dato che il 4 aprile 2024 è scaduto il termine per comunicare all’Agenzia delle Entrate la scelta di avvalersi della cessione del credito o dello sconto in fattura.

Il saldo primario, che rappresenta l’indebitamento netto al netto della spesa per interessi, è risultato negativo e pari al -3,6% del PIL, evidenziando un miglioramento di 0,7 punti percentuali rispetto al 2022. La spesa per interessi, escludendo l’impatto delle operazioni di swap secondo le attuali regole di contabilizzazione, è stata pari al 3,8% del Pil, mostrando una diminuzione di -0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il debito pubblico italiano, è sceso a 2.863.438 milioni di euro, corrispondente al 137,3% del Pil, registrando una diminuzione di 3,2 punti percentuali rispetto ai livelli del 2022.

A livello dell’Eurozona, il debito è diminuito dal 90,8% del 2022 all’88,6% del 2023, mentre nell’intera Unione europea è sceso dall’83,4% all’81,7% nel medesimo periodo. Per quanto riguarda il deficit, si è verificato un calo medio dal 3,7% del 2022 al 3,6% nel 2023 nell’Eurozona e un aumento dal 3,4% del 2022 al 3,5% nel 2023 nell’UE.

Cosa rischia ora l’Italia

Sulla base di questi dati, è ormai inevitabile la decisione di avviare la procedura di infrazione per deficit eccessivo durante la presentazione del Pacchetto di primavera, prevista per metà maggio, come hanno lasciato intendere sia il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che il Commissario agli Affari Economici dell’Ue Paolo Gentiloni nelle scorse settimane. La notifica ufficiale sarà inviata a Roma il 21 giugno, poco meno di due settimane prima della chiusura delle urne per le elezioni europee, e conterrà anche indicazioni sulla traiettoria di correzione dei conti.

La procedura di infrazione viene attivata se uno degli Stati membri dell’Ue non rispetta uno dei due parametri del Patto di Stabilità, che sono tornati in vigore dal primo gennaio 2024 dopo la sospensione durante il periodo della pandemia:

  • Il deficit di bilancio supera il 3% del Pil.
  • Il debito pubblico supera il 60% del Pil e non diminuisce di 1/20 l’anno, nella media dei tre precedenti esercizi.

Il governo prevede che nel 2024 non sarà in grado di contenere le spese di bilancio al di sotto del 3% del Pil, come richiesto dalle norme fiscali di Bruxelles, ma si attesterà al 4,3%. 

L’iter della procedura di infrazione per correggere livelli eccessivi di deficit di bilancio o di debito pubblico di un Paese membro inizia con una relazione della Commissione, presentata all’Ecofin – il Consiglio Economia e Finanza composto dai ministri competenti dei 27 Stati membri. Successivamente, l’Ecofin formula un parere sulla situazione. La decisione finale spetta al Consiglio, che emette raccomandazioni se vengono riscontrati scostamenti rispetto alle normative comunitarie. Lo Stato interessato ha quindi da 3 a 6 mesi per dimostrare di aver preso misure per correggere la situazione.