Inflazione stabile in Italia a maggio allo 0,8%. Unc: per le famiglie sono 94 euro in più all’anno
Resta stabile l’inflazione in Italia, con l’Istat che ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua. Quest’ultimo dato rimane invariato rispetto al mese precedente.
La motivazione della stabilità è dovuta principalmente alla riduzione delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati e di alcune tipologie di servizi, come quelli di trasporto e relativi all’abitazione. In dettaglio, i prezzi dei beni alimentari lavorati hanno registrato un incremento annuo del 2,1% rispetto al 2,5% di aprile, mentre alcune tipologie di servizi hanno visto una moderazione dei prezzi.
Scendono anche i prezzi del “carrello della spesa”, da +2,3% dello scorso mese a +2,0%, come anche l’inflazione di fondo, che si attesta al +2,0% (da +2,1%)”.
I dati dell’Istat
Rispetto allo scorso mese, sono diversi i valori che cambiano. Come i prezzi dei cibi già lavorati, che analizzando il dato annuo è aumentato moderatamente passando da un +2,2% a un +2,3%, ma nei dati mensili registra invece un +1,5%, una variazione dovuta all’accelerazione dei prezzi della frutta fresca e refrigerata, che sono saliti da un +5,0% a un +6,3%, con un aumento mensile del 6,2%, e del rallentamento dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate, che sono passati da un +0,4% a un +0,2%, con un aumento mensile dell’1,3%.
Anche i prezzi dell’energia continuino a diminuire, seppure il calo sia meno marcato rispetto ai mesi precedenti: a maggio, i prezzi sono passati dal -12,1% di aprile al -11,7%, con una diminuzione congiunturale dello 0,9%.
Nel comparto dei servizi, il ritmo di crescita dei prezzi su base annua è sceso al +2,7% a maggio, rispetto al +2,9% di aprile, con un aumento mensile dello 0,4%. I prezzi dei servizi relativi ai trasporti hanno rallentato, passando dal +2,7% al +2,4%, senza variazioni su base mensile. Questo rallentamento è dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi del trasporto aereo passeggeri, che hanno ampliato la loro flessione dal -5,7% al -10,7%, con una diminuzione mensile del 5,5%.
Questo calo non è stato del tutto compensato dall’accelerazione dei prezzi del trasporto marittimo e per vie d’acque interne, che hanno invertito la tendenza passando da una flessione del -4,0% a un aumento del +0,9%, con una crescita mensile del 2,1%, e dei prezzi del trasporto passeggeri su rotaia, che sono aumentati dal +3,8% all’8,1%, con una crescita mensile del 2,4%. Inoltre, i prezzi dei servizi relativi all’abitazione hanno decelerato, passando dal +2,8% al +2,6%, con un aumento mensile dello 0,2%.
Queste dinamiche contribuiscono alla complessiva moderazione della crescita dei prezzi nel comparto dei servizi, influenzando positivamente la stabilizzazione dell’inflazione.
Unc: “La stabilità è una pessima notizia”
Per l’Unione nazionale consumatori, la stabilità dell’inflazione tendenziale è una pessima notizia, “perché vuol dire che continua la sua corsa come prima. Purtroppo la cruda realtà è che i prezzi, nonostante siano ormai alle stelle, in un solo mese aumentano dello 0,2%, il doppio rispetto ad aprile. Come se non bastasse, i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche che un mese fa avevano registrato una variazione congiunturale nulla, non solo tornano a crescere ma decollano in appena 30 giorni dello 0,7%. Peggio di così non si può” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’Unione fa poi i calcoli su quanto questo periodo di stabilità costa alle famiglie italiane. Per una coppia con due figli, l’inflazione tendenziale pari allo 0,8% significa un aumento del costo della vita pari a 94 euro su base annua, anche se ben 185 euro servono solo per far fronte ai rincari del 2,3% dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 53 euro, ma sono necessari ben 168 euro in più per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con un aggravio di 220 euro soltanto per nutrirsi e dissetarsi.
Unp sguardo sulla situazione nell’Eurozona
Se in Italia l’inflazione resta ferma, nell’Eurozona invece cresce. A maggio l’aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile, attestandosi al 2,6%. Per Eurostat, l’aumento è causato dall’incremento dei prezzi dei servizi, che sono saliti al 4,1% rispetto al 3,7% di aprile, e all’energia, che ha registrato un incremento dello 0,3%, contro il -0,6% di aprile. La voce dei beni industriali non energetici è rimasta pressoché stabile, segnando un +0,8% rispetto al +0,9% di aprile.
Guardando i dati degli altri Stati membri, Eurostat prevede un aumento dell’inflazione in tre delle principali quattro economie dell’eurozona, come Germania (dal 2,4% al 2,8%, Francia (dal 2,4% al 2,7%) e Spagna (dal 3,4% all’8,8%). Unica in controtendenza l’Italia, che vede il proprio indice in calo dal 0,9% allo 0,8%.