Lavoro, il “peso” delle soft skills. Ingegneria ed economia tra le lauree più richieste
Il mercato del lavoro è in continua evoluzione e le aziende cercano diversi profili professionali per soddisfare le loro esigenze. Durante il processo di selezione dei candidati, un HR deve valutare non solo le capacità e le conoscenze tecniche, ma anche le cosiddette soft skills o competenze trasversali di un candidato. Secondo InfoJobs, la piattaforma per la ricerca di lavoro online, alcune soft skills sono particolarmente apprezzate dai recruiter, ma spesso i candidati non riescono a evidenziarle durante il colloquio.
Le soft skills più apprezzate
Le soft skills, legate alle abilità interpersonali, relazionali e comportamentali, quasi più considerate più importanti delle sole competenze tecniche (hard skills). Sebbene più difficili da misurare, sono fondamentali per affrontare con successo diversi ruoli e contesti lavorativi.
Nel contesto lavorativo attuale, alcune si rivelano particolarmente cruciali per garantire la competitività e la crescita personale. Tra queste, la capacità di apprendere in modo attivo e continuo è senza dubbio una delle più rilevanti, che permette di mantenere alta la propria competitività nel mercato del lavoro e di arricchire costantemente il proprio bagaglio di conoscenze. Altra soft skill fondamentale è lo spirito d’iniziativa, ovvero la capacità di agire senza aspettare istruzioni esplicite. Le persone che possiedono questa abilità sono considerate proattive, sempre alla ricerca di opportunità per migliorare o risolvere problemi.
Le doti comunicative rappresentano un’altra competenza chiave. Queste includono l’ascolto attivo, la chiarezza nell’espressione e la capacità di comunicare efficacemente con gli altri. Tali abilità sono essenziali non solo per esprimere chiaramente le proprie opinioni e idee, ma anche per facilitare la collaborazione e la gestione delle relazioni interpersonali. Importante anche avere una mentalità creativa, che significa quindi saper pensare fuori dagli schemi, generare nuove idee e trovare soluzioni originali e innovative.
L’intelligenza emotiva e sociale è un’altra soft skill cruciale. L’intelligenza emotiva si riferisce alla consapevolezza delle proprie emozioni e alla capacità di gestirle in modo costruttivo, come mantenere la calma sotto pressione o controllare l’ansia in situazioni di stress. L’intelligenza sociale, invece, riguarda la capacità di comprendere e gestire le emozioni degli altri, offrendo supporto nei momenti di difficoltà e promuovendo una cultura aziendale positiva.
Infine, il pensiero critico è essenziale per analizzare, valutare e risolvere problemi in modo razionale. Questa abilità include la capacità di fare domande, considerare diverse prospettive e prendere decisioni informate. Essere in grado di affrontare i problemi in modo rapido ed efficiente rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che operano in mercati sempre più dinamici, incerti, complessi e ambigui.
Le lauree più richieste nei prossimi anni: ingegneria ed economia in testa
Le soft skills sono quindi molto importanti durante la ricerca di un lavoro, ma esiste ancora una corrispondenza tra il possesso di una laurea e l’ottenimento di un buon posto di lavoro. Secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, nel quinquennio 2024-2028, le imprese e la Pubblica amministrazione avranno bisogno tra i 3,1 e 3,6 milioni di lavoratori.
In questa classifica spiccano le lauree Stem, ossia Science, Technology, Engineering and Mathematics, che dovrebbero offrire in media tra i 72mila e gli 82 mila posti di lavoro all’anno. Da ormai molto tempo le lauree di questo tipo sono le più richieste e visti gli ultimi dati lo saranno anche nel futuro. Quelli che spiccano di più in termini di fabbisogno atteso sono gli indirizzi ingegneristici, che oscillano tra le 36 e le 41mila unità all’anno. Mentre l’ambito strettamente scientifico, a cui fanno capo matematica, fisica, informatica dovrebbe attestarsi sulle 12-14 mila nuove unità lavorative annue. In coda, troviamo le scienze biologiche e tecnologiche insieme al settore chimico-farmaceutico, che si prevede verranno cercate meno di 10mila unità lavorative all’anno.
Se quelle Stem sono le più richieste, alti numeri si rilevano anche per quelle non di quel filone. Come le discipline economico-statistiche, con un fabbisogno annuale compreso tra 44mila e 50mila persone. Ma anche l’insegnamento e la formazione, comprese le scienze motorie, con una previsione di 42-45mila unità all’anno. Altra laurea molto richiesta è quella legata al settore medico-sanitario, con un fabbisogno di circa 38mila unità annue. Anche le aree giuridica e politico-sociale mostrano buone prospettive, con previsioni di 27-28mila assunzioni annuali. Si trovano in fondo l’area della psicologia, il settore agrario-alimentare-zootecnico e quello linguistico, che Unioncamere prevede una richiesta pari a soli 10mila lavoratori.