Risparmiare per la pensione: italiani alla ricerca di soluzioni efficienti. Nuove generazioni guardano agli ETF
Arrivare alla pensione è un traguardo importante ma la maggioranza degli italiani è convinta che l’assegno staccato dall’Inps da solo non basta a vivere dignitosamente. E se da una parte, il 97% degli italiani pensa che sia necessario integrare la pensione pubblica, dall’altra le fasce più fragili della popolazione, ossia disoccupati e le fasce di reddito più basse, sono quelle che hanno maggiori probabilità di non avere alcuna forma di previdenza integrativa.
Così emerge da uno studio condotto dai professori Michele Raitano e Marco Di Pietro dell’Università La Sapienza, e commissionato da Trade Republic, e basato su un sondaggio condotto da BVA Doxa su 2000 italiani che, alla domanda su come si sentono riguardo alla propria situazione finanziaria dopo il pensionamento, il 74% prova emozioni negative (“preoccupazione”, “sconforto”, “tristezza” o “incertezza”).
Come integrare la pensione pubblica?
Lo studio rivela che il 65% degli intervistati sa che la pensione pubblica da sola non permetterà loro di vivere dignitosamente dopo il pensionamento. Gli italiani temono poi che l’età pensionabile prevista continui ad aumentare ben oltre i 70 anni. Un risvolto positivo è che il 18% ritiene sia meglio integrare la propria pensione pubblica investendo privatamente in strumenti finanziari.
Tra questi strumenti, soprattutto le giovani generazioni mostrano una maggiore propensione all’investimento autonomo e in particolare all’investimento in ETF: gli intervistati di età inferiore ai 34 anni hanno infatti la più alta probabilità di combinare un fondo pensione privato con l’investimento in ETF (44%) e la più alta probabilità di scegliere un ETF invece di un fondo pensione (18%).
Guardando alla performance storica, gli ETF azionari globali hanno performato meglio della media dei fondi pensione, con un rendimento del 6% all’anno contro il 4,2% del fondo pensione medio (ovvero il 43% in più ogni anno), al netto dei costi di gestione. I rendimenti più elevati in assoluto sono raggiunti dagli individui che reinvestono la liquidità extra derivante dalle deduzioni fiscali dei fondi pensione in piani di accumulo ETF azionari globali, combinando efficacemente le due forme di investimento.
In sostanza, lo studio dimostra come le generazioni più giovani hanno compreso l’importanza di iniziare a investire presto per la pensione a costi di gestione bassi e in modo diversificato.
Chi sono gli esclusi dalla previdenza
Ma c’è una parte della popolazione che si trova senza alcun appiglio. Lo studio rivela difatti come il 68% di chi si trova senza un impiego e il 50% di coloro che attualmente guadagnano meno di 1000 euro al mese non ha alcuna forma di investimento o previdenza complementare. I maggiori esclusi dalla previdenza complementare sono coloro che sono più a rischio di povertà dopo il pensionamento: al contrario i lavoratori ad alto reddito e i lavoratori stabili sono quelli che beneficiano maggiormente degli incentivi fiscali dei fondi pensione privati. I lavoratori a basso reddito e i lavoratori precari non hanno accesso ai fondi pensione e alle loro agevolazioni fiscali, creando così un circolo vizioso.