Economia circolare, italiani virtuosi nello smaltimento di rifiuti. E crescono i posti di lavoro green
Quanto ne sanno gli italiani dell’economia circolare? Secondo i risultati del sondaggio Ipsos sugli italiani e l’ambiente presentati durante l’undicesima edizione di Ecoforum organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club, la quota resta stabile al 45% come nel 2023, dopo l’importante crescita registrata nel corso del 2022. È stabile nella popolazione anche la conoscenza della sostenibilità, ma aumenta la quota di coloro che ne hanno una conoscenza distorta, pur rimanendo una minoranza.
Aumentano i “comuni del super riciclo”, in Italia sono 698
Le famiglie e gli individui continuano a essere considerati i più virtuosi nello smaltimento dei rifiuti, mentre il settore pubblico e in particolare le aziende sono invece ritenuti più arretrati in questo ambito. Sebbene i risultati siano positivi, sta diminuendo la percezione che il corretto smaltimento riguardi la maggior parte dei rifiuti.
“Nella classifica dei materiali ritenuti dai cittadini più pericolosi da smaltire, si confermano: l’olio minerale lubrificante usato (60%), materiali elettrici e piccoli elettrodomestici (53%), e plastica dura (50%)”, spiega il report. Per quel che riguarda l’olio minerale esausto, i cittadini sanno che viene raccolto e che può essere rigenerato, “ma il consumatore chiede che venga indicato sulla lattina per poter fare scelte consapevoli”, precisa Legambiente.
Dal report sembra che gli italiani siano diventati sempre più esperti nello smaltimento dei rifiuti; oltre un italiano su cinque ritiene infatti che non ci siano materiali difficili da smaltire, anche se ai primi posti ci sono i materiali elettrici e piccoli elettrodomestici, l’olio di frittura e vegetale, materiale ferroso di mobili, utensili e oggetti in metallo, materiali edili e l’olio lubrificante dell’automobile. Tutti materiali che possono essere smaltiti portandoli nell’isola ecologica. Sul tema degli elettrodomestici, Legambiente precisa che “dal riciclo di mille tonnellate di Raee (ovvero il materiale elettrico/piccoli elettrodomestici/lampadine) si potrebbero recuperare circa 900 tonnellate di materie prime come plastiche, vetro, cemento, rame, alluminio e legno”.
Sempre secondo Legambiente, l’anno scorso è aumentato anche il numero di “comuni ricicloni” nella gestione dei rifiuti urbani, salito a 698 con un incremento dell’11% rispetto al 2022. Salgono quindi a 4.058.542 i cittadini serviti da un efficiente servizio di gestione dei rifiuti, pari al 6,9% della popolazione italiana. Il Nord Italia si conferma al primo posto con 434 comuni virtuosi, mentre il Sud registra un aumento del 23,8%, con 231 comuni che entrano in classifica. Tra le regioni, il Veneto è al primo posto con 173 comuni, seguito dalla Lombardia con 101 e dalla Campania con 83.
Previsto un aumento dei “green jobs”
Ma la maggior parte dei cittadini ritiene che l’Italia debba fare di più per quanto riguarda le energie rinnovabili, l’economia circolare e la lotta alla crisi climatica. Le fonti pulite e l’economia circolare sono considerate motori fondamentali per il Paese, con oltre la metà degli italiani che prevede un aumento dei “green jobs” in futuro, come l’energy manager, l’ingegnere dei materiali green, l’esperto in smart city, il green marketing manager e molti altri lavori.
“Per il 54% degli intervistati il Governo dovrebbe incentivare la produzione e l’impiego di energie rinnovabili e per sviluppare l’economia circolare – spiega Legambiente – per il 38% le amministrazioni dovrebbero semplificare il processo autorizzativo degli impianti di energie rinnovabili e per sviluppare l’economia circolare”.
Riguardo alla crisi climatica, i cittadini sono sempre più consapevoli delle conseguenze economiche e degli impatti su territori e salute. In particolare, il 61% degli intervistati attribuisce l’aumento dei disastri naturali alla crisi climatica, il 45% riconosce effetti sui costi della vita in generale, il 44% nota un incremento dei costi dei prodotti alimentari, e il 29% rileva un aumento delle malattie croniche, allergie e intolleranze. Per il 72% degli intervistati, la lotta contro la crisi climatica dovrebbe essere guidata dai Governi nazionali, seguiti da aziende e consorzi (42%), amministrazioni locali (39%), cittadini e consumatori (35%) e media (20%).
Gli italiani sono favorevoli o contrari al nucleare?
Quando si parla di energie alternative, molto spesso emerge anche il tema dell’energia nucleare, un dibattito che vede spesso nette divisioni tra chi la considera pericolosa e chi invece la reputa sicura ed ecologica. Stando ad un sondaggio, tre italiani su quattro sono contrari al nucleare, sebbene con diversi gradi di opposizione. La metà di essi ritiene che non ci siano assolutamente le condizioni per un ritorno al nucleare, considerandolo troppo pericoloso e non conveniente. L’altra metà potrebbe essere favorevole, a condizione che si investa nella ricerca e nello sviluppo di una tecnologia che riduca drasticamente i rischi.