Finanza Pensione anticipata, arriva la stretta sugli assegni

Pensione anticipata, arriva la stretta sugli assegni

9 Luglio 2024 15:17

Accedere alla pensione anticipata è un’opportunità aperta a tutti i lavoratori. Ma è necessario mettere in conto che l’assegno previdenziale viene ridotto. A fare il punto della situazione ci ha pensato direttamente l’Inps, attraverso la circolare n. 78 del 3 luglio 2024, nella quale ha fornito le istruzioni operative a quanti abbiano intenzione di uscire dal mondo del lavoro in anticipo. E dove, soprattutto, è stato sottolineato che andare in pensione in anticipo rispetto ai 67 anni – quando si ha il diritto di ottenere quella di vecchiaia – comporterà una riduzione dell’importo.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa cambia per i diretti interessati.

Pensione anticipata, cosa cambia per i lavoratori

Per i lavoratori che hanno intenzione di andare in pensione anticipatamente, almeno da quest’anno, viene applicato l’articolo 1, commi da 157 a 163, della Legge di Bilancio 2024. Nello specifico a cambiare sono le aliquote di rendimento che vengono applicate agli iscritti ad alcune casse previdenziali, tra le quali ci sono:

  • Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (CPDEL);
  • Cassa per le pensioni ai sanitari (CPS);
  • Cassa per le pensioni agli insegnanti d’asilo e di scuole elementari parificate (CP1);
  • Cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori (CPUG).

Per i lavoratori iscritti a queste casse le quote di pensione vengono liquidate a partire dal 1° gennaio 2024: viene applicato il sistema retributivo nel caso in cui i diretti interessati abbiano un’anzianità inferiore a 15 anni il 31 dicembre 1995.

Quali aliquote vengono applicate per andare in pensione

Gli iscritti alle casse che abbiamo elencato al paragrafo precedente si vedranno calcolare la pensione con il sistema retributivo e con l’applicazione dell’aliquota di rendimento pari al 2,5% per ogni anno di anzianità contributiva.

La riduzione non viene applicata ai soggetti che hanno maturato i requisiti per il pensionamento entro lo scorso 31 dicembre 2023 e nel caso in cui il servizio sia cessato per il raggiungimento dei limiti d’età. Il taglio, inoltre, non si applica nei seguenti casi:

  • alla pensione anticipata per i cosiddetti lavoratori precoci, che hanno maturato 41 anni e 10 mesi di contributi se sono donne o 42 anni e 10 mesi se sono uomini. Anche quando è stato effettuato il cumulo dei periodi assicurativi e i requisiti sono stati maturati entro il 31 dicembre 2023;
  • al personale della Pubblica Amministrazione che, al raggiungimento dei 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne o i 42 anni e 10 mesi per gli uomini, venga posto d’ufficio in pensione al raggiungimento dei 65 anni. O quando venga risolto consensualmente il rapporto di lavoro per il raggiungimento della predetta massima anzianità lavorativa;
  • per la pensione di vecchiaia, anche quando è stata raggiunta con il cumulo dei periodi assicurativi;
  • alla pensione di anzianità, per quanti effettuano i cosiddetti lavori usuranti, se i requisiti sono stati raggiunti entro il 31 dicembre 2023;
  • alla pensione indiretta;
  • alla pensione di inabilità.

La riduzione, inoltre, non si applica anche a quanti accedono:

  • all’Ape Sociale;
  • all’Assegno Straordinario di Solidarietà;
  • all’Isopensione.

Per quanto riguarda le ultime due prestazioni nell’elenco precedente, nel caso in cui siano finalizzate all’ottenimento della pensione anticipata, il trattamento viene calcolato – alla fine del periodo dell’esodo – con le aliquote di rendimento ridotte.

Cosa succede al personale sanitario

Il personale sanitario che è iscritto alla CPS e il personale che ha cessato l’attività con la qualifica di infermiere iscritto alla CPDEL, è prevista una riduzione della pensione determinata dall’applicazione delle nuove aliquote. Ma il taglio risulta temperato in misura pari ad un trentaseiesimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento rispetto alla prima data di decorrenza utile della pensione anticipata. In altre parole andando in quiescenza tre anni dopo l’accesso alla pensione anticipata possono evitare la riduzione della rendita.