Finanza Credito al consumo, l’Italia è il paese con il Taeg più alto d’Italia: comprare a rate diventa più costoso

Credito al consumo, l’Italia è il paese con il Taeg più alto d’Italia: comprare a rate diventa più costoso

17 Luglio 2024 16:19

L’Italia risulta essere il paese più costoso in Europa per i crediti al consumo. Lo afferma l’ultima rilevazione della Fondazione Fiba di First Cisl, basata sui dati Bce; il tasso di interesse effettivo globale (Taeg) sulle nuove operazioni ha registrato una nuova crescita a maggio, raggiungendo il 10,66% rispetto al 10,59% di aprile. Anche negli altri grandi Paesi europei si osserva una tendenza al rialzo, anche se le percentuale sono ben più basse delle nostre: in Germania il Taeg è salito dall’8,34% all’8,46%, mentre in Francia è passato dal 6,76% al 6,82% a maggio.

Di conseguenza, comprare a rate in Italia conviene meno che nel resto dei principali Paesi europei. Ma questo non ferma gli italiani dall’acquistare e chiedere prestiti: i volumi infatti continuano a crescere e stanno così aumentando la loro propensione all’indebitamento.

Cos’è il credito al consumo

Il credito al consumo è una forma di finanziamento destinata ai consumatori per soddisfare esigenze personali o familiari, una soluzione utile quando si ha bisogno di una somma di denaro per affrontare una spesa o per rateizzare un acquisto, come un’auto, uno smartphone o un corso di formazione. Quando si considerano i costi di un prestito o di una qualsiasi forma di credito al consumo, uno dei dati da analizzare è il Taeg, cioè il costo del finanziamento, che include il Tan, le commissioni, le imposte e le spese da sostenere.

A maggio il Taeg in Italia sulle nuove operazioni ha registrato una nuova crescita, raggiungendo il 10,66%, che risulta quindi molto alto rispetto alla media europea e rispetto a molti altri Paesi. Nell’area euro, il Taeg è passato dall’8,58% all’8,69%, circa due punti percentuali più basso rispetto all’Italia. Il confronto con gli altri grandi Paesi europei è ancora meno favorevole. In Germania si attesta all’8,46%, poco sotto la media Ue, mentre in Francia è di 6,82%, distanziando l’Italia di quasi quattro punti percentuali.

Migliorano i tassi sui mutui

Per il segretario generale della First Cisl Riccardo Colombani, “la situazione di indebitamento complessivo della famiglie italiane è più bassa della media delle famiglie europee, ma desta preoccupazione il trend ultradecennale di rialzo del credito al consumo, soprattutto per il livello dei tassi annui effettivi globali, più alti di quasi il 2% della media europea e di quasi il 4% rispetto alle famiglie francesi”. Nel mese di maggio 2024, i tassi di interesse effettivi globali sul credito al consumo per nuove operazioni in vari Paesi europei hanno raggiunto in Italia il 10,66%, contro l’8,46% della Germania e il 6,82% della Francia.

A migliorare è soltanto la situazione dei mutui per l’acquisto di case. A maggio, i Taeg per questo tipo di prestiti in Italia sono scesi di 5 punti percentuali, raggiungendo il 4,04% e avviandosi a tornare sotto il 4%. Dopo essere rimasto costantemente su livelli più elevati fino a marzo, il dato italiano da aprile ha iniziato a convergere con quello medio dell’area euro (4,03%), per poi allinearsi quasi del tutto a maggio. I costi di un prestito per l’acquisto della casa restano comunque superiori a quelli richiesti dalle banche in Germania (3,96%), ma non in Francia (4,07%).

Italiani sempre più indebitati

Dall’analisi dei dati Colombardi evidenzia come “crescono i volumi, nonostante il calo complessivo dei prestiti alle famiglie, e rimangono molto alti i tassi effettivamente praticati, nonostante le aspettative di riduzione dei tassi da parte della Bce. È opportuno uno sguardo attento e responsabile riguardo ai prestiti legati alla cessione del quinto, soprattutto quando correlati al consumo, che potrebbero rappresentare” conclude Colombani.

Infatti, nonostante i tassi stiano aumentando, i consumatori italiani continuano ad indebitarsi: rispetto a marzo 2023, il ricorso a questa forma di indebitamento è cresciuto da 153,9 a 162,4 miliardi di euro (+5,88%), in un contesto in cui i prestiti alle famiglie sono calati dello 0,9%. Tra le regioni, l’aumento maggiore rispetto al trimestre precedente si registra in Toscana (+1,64%), Liguria (+1,36%) e Molise (+1,28%), mentre l’incremento meno significativo si osserva in Trentino Alto Adige (+0,32%). Guardando al complesso dei prestiti alle famiglie, prevale invece una tendenza negativa, con le sole eccezioni di Puglia, Sardegna e Sicilia, dove gli aumenti sono comunque modesti.

  • Toscana: 1,64%
  • Liguria: 1,36%
  • Emilia-Romagna: 1,33%
  • Friuli-Venezia Giulia: 1,32%
  • Molise: 1,28%
  • Lazio: 1,25%
  • Lombardia: 1,18%
  • Veneto: 1,11%
  • Abruzzo: 1,06%
  • Calabria: 1,05%
  • Umbria: 1,01%
  • Sicilia: 1,00%
  • Puglia: 0,97%
  • Campania: 0,82%
  • Marche: 0,80%
  • Piemonte: 0,66%
  • Basilicata: 0,66%
  • Valle d’Aosta: 0,56%
  • Sardegna: 0,45%
  • TrentinoAlto Adige: 0,32%