Tassa di soggiorno, al vaglio l’ipotesi di aumentarla e di estenderla
Il Governo potrebbe mettere mano alla tassa di soggiorno ed estenderla a tutti comuni che vorranno applicarla. Ma non solo: l’obolo che i turisti e i viaggiatori potrebbero pagare è destinato, almeno in via ipotetica, a diventare più caro. Al momento non c’è ancora nulla di sicuro, anche se la proposta di modificare la tassa di soggiorno è già stata messa nero su bianco in una bozza di decreto.
Contro l’ipotesi si sono già mosse le associazioni di categorie, soprattutto quelle degli albergatori, che non vogliono essere trattati come dei bancomat da parte dei Comuni.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire quali novità andranno ad impattare sulla tassa di soggiorno.
Tassa di soggiorno, le ipotesi al vaglio
Prima di procedere è bene sottolineare che le ipotesi di modifica della tassa di soggiorno, al momento, sono contenute all’interno di una bozza di decreto. Quindi non è detto che vengano realmente approvate e, soprattutto, in quale misura. Tra le novità che si vorrebbero introdurre c’è una rimodulazione degli importi che si vorrebbero chiedere ai turisti e ai viaggiatori che soggiornano nelle città. Nel dettaglio la tassa di soggiorno sarebbe calibrata come segue:
- nel momento in cui il costo di pernottamento è inferiore a 100 euro, la tassa di soggiorno sarebbe fino a 5 euro;
- per una stanza il cui costo è compreso tra i 100 e i 400 euro: 10 euro;
- per stanze la cui spesa oscilla tra 400 e 750 euro: 15 euro;
- per gli alberghi extralusso, dove si spende oltre 750 euro a notte: 25 euro.
I proventi della tassa di soggiorno non verrebbero destinati esclusivamente per effettuare degli interventi nel settore del turismo, ma verrebbero utilizzati anche per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Aumentano i comuni che la potranno applicare
La tassa di soggiorno potrebbe essere estesa a tutti i comuni che vorranno applicarla. La bozza del decreto, in parole povere, ha esteso la mappa delle amministrazioni che potrebbero adottare il balzello, che potrebbe arrivare a coinvolgere tutti i 7.904 Comuni italiani. Oggi la possono imporre solo i Capoluoghi, le unioni di comuni e i comuni turistici.
Come funziona oggi la tassa di soggiorno
La tassa di soggiorno, almeno quella che viene applicata oggi come oggi, prevede un’imposta che oscilla tra 1 e 10 euro. L’obolo è stato introdotto nel 2011 dopo che era stata abolita vent’anni prima. Sono molti i Comuni che ad oggi hanno deciso di adottarla: per poterla applicare le singole città devono approvare un’apposita delibera. Tra le città più importanti che la stanno applicando ci sono:
- Milano;
- Roma;
- Firenze;
- Venezia.
Una tassa che al momento deve essere pagata dai turisti e dai viaggiatori che vengono ospitati in una struttura ricettiva del comune, come alberghi, agriturismo, bed & breakfast e stanze affittate attraverso AirBnB.
Solo per avere un’idea di quanto abbia fruttato nel 2023 la tassa di soggiorno, basti pensare che l’incasso complessivo è stato di circa 703 milioni di euro. Nel solo comune di Roma, dove c’è un prelievo medio di 5,5 euro – che arriva a 10 euro nelle strutture di lusso – l’incasso è stato di 100 milioni di euro.
Le preoccupazioni delle associazioni
La possibilità di ridisegnare e rendere più cara la tassa di soggiorno preoccupa le associazioni di categoria. Sulla questione ha dato un giudizio netto Federalberghi, che ha spiegato che non condivide:
La proposta di aumentare ulteriormente la tassa. Sono trascorsi solo pochi mesi da quando, in vista del Giubileo, il tetto massimo è stato elevato del 40%, passando da 5 a 7 euro per notte e per persona ed è stata introdotta la possibilità di utilizzarla per coprire i costi della raccolta rifiuti, snaturando le finalità dell’istituto.
Questo è il motivo per il quale Federalberghi ha chiesto al governo di:
Imporre una corretta disciplina di bilancio agli enti locali, anziché fornirgli gli strumenti per peggiorare la situazione.
Ad ogni modo il Ministero del Turismo ha spiegato che al momento non sono ancora concluse le interlocuzioni con le associazioni di categoria in vista di una possibile proposta di modifica della disciplina dell’imposta di soggiorno. Il dialogo proseguirà a settembre.