Vino, vendite deboli in Italia nel primo semestre 2024: va meglio sul mercato estero
L’arrivo del mese di settembre porta la fine dell’estate, ma significa anche tempo di vendemmia. E a proposito di vino, il ‘report wine monitor di Nomisma’ rivela un quadro contrastante con tendenze diverse a seconda del mercato, soprattutto per quanto riguarda le vendite in Italia.
Analizzando i primi sei mesi dell’anno, lo studio condotto da Nomisma in collaborazione con NIQ-NielsenIQ mostra un calo del 3% in volume per le vendite nel canale retail italiano rispetto allo stesso periodo del 2023, mentre a valore si registra una crescita di poco meno dell’1%. “Nel complesso di evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie – spiega il report – Per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount”
Vendite in calo nel primo semestre: meglio sul mercato estero
Dati che confermano come l’incertezza economica sia il principale fattore che sta influenzando le vendite di vino in Italia, riflettendosi nella capacità di spesa dei consumatori. Questa incertezza ha impattato anche sui consumi fuori casa, in particolare al ristorante. Infatti, sebbene i consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca abbiano registrato una crescita del 7% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2023, il secondo trimestre ha visto un rallentamento, con un incremento del 4,5%. Questo rallentamento è stato influenzato anche dal minor afflusso di turisti, con l’aumento degli arrivi dall’estero che non ha completamente compensato il calo dei turisti italiani.
Meglio, invece, le importazioni di vino dall’Italia: rispetto allo stesso periodo del 2023, gli acquisti di vini italiani a valore sono aumentati negli Stati Uniti (+5,7%), Regno Unito (+4,7%), Canada (+1,3%) e Brasile, mentre segnano un calo in Germania (-9%) e nei mercati asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud). Le importazioni nei principali 12 mercati globali, che rappresentano oltre il 60% degli acquisti mondiali in valore, rimangono negative (-4%), ma mostrano un miglioramento rispetto al primo trimestre (-9%).
Per quanto riguarda le singole categorie, i vini fermi e frizzanti italiani mostrano un miglioramento rispetto al primo trimestre, con una flessione ridotta a -2% a valore, e performance positive negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Brasile. Le importazioni di spumanti italiani segnano un +4,5% a valore rispetto al primo semestre 2023, con crescita in mercati come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Canada, Australia e Brasile, ma un calo persistente in Germania, Svizzera e Giappone.
L’export di prosecco continua a crescere (+12% a valore nei primi cinque mesi del 2024), così come i vini rossi Dop della Toscana (+6%), che recuperano dopo il calo dello scorso anno, mentre quelli piemontesi restano in sofferenza (-2%).
Il punto sul mercato del vino: male nel 2023, ma in ripresa nel 2024
Il 2023 è stato un anno difficile per il settore vinicolo mondiale, influenzato da fattori come l’inflazione, le tensioni internazionali, i cambiamenti climatici, i dazi e l’aumento dei costi energetici e dei carburanti. Se il 2022 era stato un anno record per il vino, l’anno appena passato è stato invece più difficile.
Secondo l’Observatorio Español del Mercado del Vino (Oemv), il commercio mondiale di vino è calato del 6,5% in volume, fermandosi a 9,8 miliardi di litri (-679 milioni). Anche in valore si è registrata una flessione del 4,7%, scendendo a 35,9 miliardi di euro (-1,7 miliardi). Nonostante ciò, il prezzo medio per litro ha raggiunto un record di 3,66 euro, con un incremento dell’1,9% rispetto al 2022, dovuto in parte alla pressione inflazionistica. Come accaduto già nel 2009 e nel 2020 (a causa del Covid), le crisi economiche globali non risparmiano nemmeno il settore vinicolo.
I primi dati del 2024 confermano questa tendenza positiva: per Oemv l’export del vino italiano è cresciuto del 9,5% in valore e dell’8,2% in volume nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2023.
L’andamento dei competitor in Italia
Il report di Nomisma analizza anche i principali competitor. In questo contesto economico negativo, il vino francese sembra essere il più colpito, con un calo del 10% nell’export nel primo semestre 2024. Le flessioni sono particolarmente marcate per lo champagne (-17%) e per i rossi di Bordeaux (-16%), senza risparmiare nemmeno i vini della Borgogna (-7%).
Anche la Nuova Zelanda registra un calo nell’export di vino (-3%), mentre Spagna, Cile e Stati Uniti mostrano risultati positivi. L’Australia, in particolare, segna una forte crescita (+28%), recuperando dopo il crollo dell’export registrato l’anno scorso.