Immobiliare: Milano a basso rischio bolla, anche se prezzi superano media nazionale
Il mercato immobiliare di Miami è ad alto rischio bolla, come quello di Tokyo e Zurigo. A Milano, invece, il termomentro si mantiene basso, come a San Francisco, New York e San Paolo. Così emerge dall’UBS Global Real Estate Bubble Index 2024, secondo cui gli squilibri dei mercati immobiliari sono sensibilmente diminuiti.
UBS Global Real Estate Bubble Index 2024: Miami in testa
Andando nel dettaglio tra le città esaminate, attualmente Miami mostra il rischio più elevato, seguita da Tokyo e, nonostante un calo significativo del punteggio rispetto allo scorso anno, da Zurigo. Un alto rischio di bolla immobiliare è evidente a Los Angeles, Toronto e Ginevra.
Nella categoria di rischio moderato figurano Amsterdam, Sydney e Boston, e dopo una forte riduzione degli squilibri, anche Francoforte, Monaco di Baviera, Tel Aviv e Hong Kong, Vancouver, Dubai, Singapore e Madrid. Dubai è la città che ha registrato il maggior aumento del punteggio di rischio. Secondo l’indice, un basso rischio di bolla immobiliare è evidente a San Francisco, New York e San Paolo. In Europa, dopo un ulteriore calo del punteggio, anche Londra, Parigi, Stoccolma, Varsavia e Milano rientrano nella stessa categoria. San Paolo è la città che registra il rischio di bolla più basso.
Abitazioni: prezzi più bassi
I prezzi delle abitazioni, adeguati all’inflazione, nelle città analizzate sono in media circa il 15% più bassi rispetto alla metà del 2022, quando i tassi di interesse hanno iniziato a salire a livello globale. Secondo l’indagine di UBS, i prezzi reali di Francoforte, Monaco di Baviera, Stoccolma, Hong Kong e Parigi sono inferiori di circa il 20% rispetto ai picchi post-pandemia. Vancouver, Toronto e Amsterdam, invece, hanno registrato un calo dei prezzi di circa il 10% in termini reali.
Negli ultimi quattro trimestri, la crescita dei prezzi delle case è stata contenuta. Tuttavia, a Parigi e Hong Kong sono continuate forti correzioni. Al contrario, nelle località ambite come Dubai e Miami, i prezzi hanno registrato un’ulteriore impennata. Inoltre, in alcune città con una marcata carenza di abitazioni, come Vancouver, Sydney e Madrid, i prezzi reali sono aumentati di oltre il 5% rispetto lo scorso anno.
Per quanto riguarda l’Italia invece, a Milano i prezzi delle abitazioni hanno continuato a superare la media nazionale. Un’economia robusta, nuovi sviluppi e un regime fiscale favorevole hanno sostenuto la domanda di case. Tuttavia, al netto dell’inflazione, i prezzi e gli affitti rimangono ai livelli del 2018.
Matteo Ramenghi, chief investment officer UBS WM Italy, ha così commentato l’andamento del mercato italiano: “Il mercato immobiliare italiano ha risentito meno dell’aumento dei tassi d’interesse rispetto al resto d’Europa, grazie a una leva finanziaria particolarmente bassa. Nel confronto con altre grandi città internazionali, Milano presenta prezzi più contenuti, nonostante molti fattori positivi come l’ampliamento della metropolitana e le Olimpiadi invernali in programma nel 2026”.