Cyber attacchi: Lazio la regione che ha ricevuto più alert nei primi sei mesi del 2024. I numeri di Crif
Nei primi 6 mesi del 2024 in Italia il 36,8% degli utenti ha ricevuto almeno un alert per dati rilevati sul dark web. Così emerge dall’Osservatorio Cyber di CRIF, che analizza la vulnerabilità degli utenti e delle aziende agli attacchi cyber, interpretando le principali tendenze che riguardano i dati scambiati sia in ambienti Open Web che Dark Web.
Tra i Paesi maggiormente colpiti dal fenomeno del furto di e-mail e password online, oltre agli Stati Uniti in prima posizione, seguono nella classifica Russia, Germania e Francia. Per quanto riguarda l’Italia, il nostro paese occupa la quinta posizione, seguita dal Regno Unito. Nell’ultimo semestre di rilevazione è stato rilevato come anche il dominio .edu, molto diffuso tra scuole, college e università, circoli diffusamente sul dark web; questo a conferma che numerosi indirizzi e-mail di studenti e professori sono esposti al rischio cyber.
Cyber attacchi: il 90,7% degli utenti ha ricevuto un alert
Osservando più attentamente la situazione italia, dove il 36,8% degli utenti ha ricevuto almeno un alert nel primo semestre 2024, aumentano gli alert inviati relativamente al furto di dati monitorati sul dark web. Infatti, gli utenti che hanno ricevuto almeno un avviso sono il 90,7%, mentre solo il 9,3% per dati rilevati sul web pubblico.
Tra le caratteristiche comuni riscontrate tra i soggetti privati allertati, le fasce di età maggiormente coinvolte sono quelle dei 51-60 anni (25,8%), seguite dai 41-50 anni (25,5%), a pari con gli over 60 (25,5%). Gli uomini rappresentano la maggioranza degli utenti (64,0%).
Le Regioni con più alert ricevuti nei primi 6 mesi dell’anno sono il Lazio (18,7%), Lombardia (13,8%), Sicilia e Campania (entrambe 8,5%), ma in proporzione sono gli abitanti di Molise, Sicilia, Lombardia, Umbria e Valle d’Aosta che hanno ricevuto più notifiche.
Quali sono i dati accessibili da chiunque sul web
Il codice fiscale (63,1% dei dati rilevati) e l’e-mail (28,8%), seguiti a distanza da numero di telefono (5,4%), username (1,7%) e indirizzo civico (1%) sono i dati che nel primo semestre 2024 sono quelli più frequentemente rilevati sull’open web – quindi pubblicamente accessibili da chiunque sul web.
Nel dark web, invece, sono state invece le credenziali e-mail ad essere più frequentemente rilevate nei primi 6 mesi dell’anno, seguiti dai numeri di telefono e i codici fiscali. Questi preziosi dati, in particolare, potrebbero essere utilizzati per cercare di compiere truffe attraverso le sempre più frequenti tecniche di phishing o smishing.