Aspettando la Fed: variante Delta tarpa le ali ai falchi. Tapering sì ma non subito, tassi a zero ancora per molto tempo
Annuncio ufficiale del tapering a novembre, tassi sui fed funds a zero per tutto il 2022 e due rialzi ognuno di un quarto di punto percentuale entro la fine del 2023: è quanto emerge da un sondaggio di Bloomberg a cui hanno partecipato 52 economisti, in attesa della riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed di Jerome Powell, che inizierà martedì 21 settembre, per culminare nell’annuncio della decisione sui tassi alle 20 ora italiana, di mercoledì 22 settembre.
Alla stessa ora, saranno diramate le nuove stime trimestrali sull’economia e sull’andamento dei tassi.
Il presidente Jerome Powell parlerà in conferenza stampa a partire dalle 20.30 ora italiana.
Dal sondaggio di Bloomberg – condotto tra il 10 e il 15 settembre – è emerso che 2/3 degli economisti intervistati prevedono che l’annuncio ufficiale del tapering degli acquisti di bond, che al momento la Fed porta avanti per $120 miliardi al mese, avverrà nella riunione del 2-3 novembre.
Più della metà degli interpellati ritiene che il tapering effettivo prenderà poi il via dicembre: prima, dunque, di quanto era emerso dal sondaggio di luglio, quando la maggior parte degli economisti aveva detto di aspettarsi una decisione a dicembre e 4/5 erano per l’inizio operativo del tapering nel 2022.
I tassi sui fed funds, secondo l’ultimo ondaggio, saranno alzati solo a partire dal 2023, quando la Fed annuncerà due strette monetarie dai livelli attuali attorno allo zero, ciascuna dello 0,25%, fino a portare la parte più alta del range all’1,5% entro il 2024, con altri tre rialzi del costo del denaro.
Così Scott Brown, capo economista presso Raymond James Financial, tra gli economisti che hanno partecipato al sondaggio:
“La variante Delta e una certa moderazione dell’inflazione dovrebbero permettere alla Fed di essere paziente con il tapering, con un annuncio probabile a novembre o dicembre, a seconda dei dati macro”.
Di conseguenza, “il rialzo dei tassi di interesse a breve termine è ancora molto lontano nel tempo (più probabile che avvenga nel secondo semestre del 2023”.
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Dal discorso che il numero uno della Fed ha proferito in occasione del simposio di Jackson Hole, alla fine di agosto, è emerso che il lancio di un eventuale tapering del QE da parte della Federal Reserve non implicherebbe un rialzo dei tassi immediatamente successivo.
Powell ha tenuto a precisare “il timing e il ritmo dell’imminente riduzione degli acquisti di asset (tapering) non rappresenteranno alcuna indicazione diretta del timing con cui i tassi di interesse saranno alzati”, citando l’impatto della diffusione della variante Delta e, anche, la necessità che l’economia Usa raggiunga la condizione della massima occupazione.
La grande novità potrebbe arrivare dal dot plot”, ha commentato James Knightley, responsabile economista di ING.
“Al momento, 7 (esponenti del Fomc) su 18 prevedono un rialzo dei tassi nel 2002, e potremmo vederne un altro o due altri anticipare la previsione al 2022”.
Secondo gli economisti intervistati, il FOMC potrebbe inoltre prevedere per il 2021 un tasso di inflazione pari al 3,9%, e del 2,2% nei due anni successivi, a fronte di un tasso di disoccupazione in flessione al minimo pre-Covid del 3,5% entro il 2023.