Piazza Affari sbanda nel finale, tonfo per Stellantis a -3,45%. Bene Atlantia e Moncler
Ultima seduta della settimana dai due volti per Piazza Affari. Dopo una prima parte di giornata in buon rialzo, le vendite hanno gradualmente preso il sopravvento, complice anche l’avvio negativo di Wall Street. A pesare sono le incertezze sull’aumento delle imposte sulle società Usa e il prossimo meeting della Federal Reserve. Dal fronte macro, l’indice sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan è risalito a 71 punti a settembre, leggermente peggio rispetto alle attese.
Il Ftse Mib segna così a fine giornata -0,98% a 25.709 punti. Spiccano i rialzi di Moncler (+2,56%) e Italgas con +1% circa, così come Diarosin. Molto bene anche Atlantia a +3,07%. Oggi l’agenzia internazionale di rating MSCI ESG Ratings, specializzata nel monitoraggio di circa 2800 aziende sul fronte della sostenibilità e delle pratiche di governance, ha confermato l’avanzamento della valutazione di Atlantia, che dal livello BB è passato a BBB. La società sale nella classifica del settore “Transportation Infrastructure”, posizionandosi fra le migliori 11 aziende (su un totale di circa 30) che compongono il MSCI ACWI Index.
Male invece Stellantis (-3,45% a 16,81 euro) e Stm che è arrivata a cedere quasi il 3% in scia alla debolezza del tech Usa. Tra i peggiori di oggi anche Recordati (-2,43% a 50,6 euro). Gli analisti di Barclays hanno avviato la copertura su Recordati con giudizio ‘Equal Weight’ e prezzo obiettivo di 50 euro basato su un P/E implicito del 2021 di 26,1 volte.
Tra le big milanesi in retromarcia anche Generali (-1,04%). La compagnia assicurativa triestina su richiesta della Consob ha fatto sapere che il patto parasociale tra Caltagirone e Delfin, rispettivamente secondo e terzo azionista di Generali, è salito all’11,068% della compagnia assicurativa. Lo scorso 10 settembre le due società che fanno capo rispettivamente a Francesco Gaetano Caltagirone Caltagirone e Del Vecchio hanno stipulato un patto parasociale avente ad oggetto la totalità delle azioni di Generali detenute, con cui le parti hanno convenuto di consultarsi al fine di meglio ponderare i rispettivi interessi rispetto a una più profittevole ed efficace gestione di Generali, “improntata alla modernizzazione tecnologica dell’attività caratteristica, al posizionamento strategico dell’impresa, nonché alla sua crescita in una logica di mercato aperta, trasparente e contendibile.