Auto in rosso nei mesi estivi in Europa, si allunga l’ombra della crisi dei semiconduttori
Battuta d’arresto nei mesi estivi per il mercato dell’auto in Europa. A scattare la consueta fotografia mensile (solo in questo caso sono stati diffusi in contemporanea i dati di luglio e agosto) l’Acea, secondo cui a luglio le immatricolazioni nell’area Eu+Efta+Uk sono calate del 23,6%, mentre ad agosto hanno mostrato una flessione del 18,1%. Nei primi 8 mesi dell’anno il saldo è positivo e pari a +12,7%.
“Questo confronto è però fuorviante in quanto il dato del 2020 era stato fortemente penalizzato dalla pandemia e quindi un rimbalzo nel 2021 era assolutamente scontato, ma questo rimbalzo non riflette certamente la situazione reale del settore dell’auto”, spiegano gli esperti del Centro studi promotor (Csp) indicando che per avere un quadro veritiero occorre fare il confronto tra il 2021 e il 2019, che è l’anno precedente la pandemia. “Da questo confronto emerge che, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel gennaio-agosto 2021 il mercato dell’auto nell’Europa Occidentale ha fatto registrare un calo del 24,4%, mentre alla fine del primo semestre di quest’anno il calo corrispondente era del 23%”, aggiungono. In luglio e agosto vi è stato quindi un peggioramento che dovrebbe accentuarsi nei prossimi mesi per la crisi dei semiconduttori che ha determinato fermi nella produzione di molte case automobilistiche. Come se non bastassero gli effetti della pandemia sul mercato dell’auto si allunga, infatti, un’altra stangata: la crisi dei semiconduttori che sta interessando in maniera sempre più grave anche la produzione di auto.
Frenata anche per Stellantis
Mesi estivi in frenata in Europa per il gruppo Stellantis. Per il gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa nell’area Ue+Efta+Uk le immatricolazioni sono scese a luglio del 26,2% e del 29,4% ad agosto nel confronto con gli stessi mesi del 2020. Il bilancio dei primi 8 mesi dell’anno è positivo, mostrando una crescita del 14,8%.
Il caso Italia: necessaria adozione politica di incentivi per la transizione all’auto elettrica
Il Centro studi promotor si focalizza sul caso Italia e spiega che il “vantaggio” rispetto agli altri paesi europei è comunque contenuto e ciò perché anche la crisi dei semiconduttori sta determinando forti ritardi nell’evasione degli ordini di autovetture anche lungo la Penisola. A ciò si aggiunge che dello stanziamento di 200 milioni utilizzabile dal 2 agosto per gli incentivi alle auto con emissioni di CO2 contenute tra 61 e 135 grammi al chilometro restano poco più di 100 milioni che dovrebbero esaurirsi entro ottobre. Ne consegue che anche la situazione di lieve vantaggio dell’Italia rispetto al resto dell’Europa Occidentale si esaurirà entro la fine dell’anno proprio mentre la crisi dei semiconduttori inizierà a mordere più fortemente. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, è quindi necessario che il nostro Paese adotti al più presto una politica di incentivi per la transizione all’auto elettrica che superi gli interventi episodici e disponga sostegni permanenti sia per l’acquisto di auto verdi sia per quelli di auto tradizionali con emissioni contenute che con il loro apporto ai bilanci delle case automobilistiche finanziano la transizione verde.