Piazza Affari chiude la settimana di cattivo umore: Enel cade a -2%, male anche le banche
Finale di settimana a fari spenti per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,86% a 25.686 punti. A pesare sono i timori legati al permanere dell’inflazione elevata. I prezzi alla produzione degli Stati Uniti sono aumentati con decisione ad agosto, segnando il più grande rialzo annuo in quasi 11 anni, con la pandemia che continua a mettere sotto pressione le catene di approvvigionamento. Ieri l’indice guida milanese aveva risalito la china sul finale grazie alla sponda di una Bce che si è mostrata ancora accomodante nonostante l’annuncio del rallentamento del ritmo di acquisti nell’ambito del PEPP.
Tra le blue chip di Piazza Affari si è mossa bene Stm (+1,59%) e moderati segni più anche nella galassia Agnelli con +0,1% Steòllantis e +0,58% Exor. Tonica anche Diasorin (+0,29% a 206,2 euro) che ieri ha nuovamente aggiornato i top storici intraday in area 208 euro.
Retromarcia nella seconda metà di giornata per Italgas (-0,58%) dopo un avvio a spron battuto in scia all’aggiudicazione della gara per l’acquisizione del 100% di Depa Infrastructure S.A., responsabile della distribuzione di gas naturale in Grecia. Il corrispettivo concordato per il 100% del capitale di DEPA Infrastructure è pari a 733 milioni di euro.
Tra le utility tonfo del 2% per Enel. Male anche Snam (-1,81%) e Terna (-1,36%).
Infine, male le banche con -1,21% Unicredit e -1,05% Intesa. Peggio Banco BPM (-1,46%) il cui nuovo business plan potrebbe arrivare a novembre.