Borsa Tokyo +0,33%, Hong Kong paga nuovo giro di vite Cina. Futures Usa poco mossi
Borse asiatiche contrastate, dopo il nuovo attacco di Pechino contro i titani cinesi dell’hi-tech: questa volta, nel mirino, ci sono 11 società attive nel comparto dei taxi privati, come Didi (nota anche come Uber cinese) T3 and Meituan.
Le 11 aziende sono state convocate con la richiesta di rettificare il loro comportamento illegale.
La borsa di Hong Kong sconta le nuove minacce arrivate dalla Cina, anche se a fare bene è proprio l’hi-tech, con i titoli Tencent e Alibaba in rialzo e l’Hang Seng Tech index in crescita di oltre l’1%. L’indice benchmark Hang Seng cede tuttavia lo 0,16%.
L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso la sessione in rialzo dello 0,33% a 28.543 punti; Shanghai +0,59%, Seoul -0,90%, Sidney -0,54%.
Futures Usa poco mossi, dopo la chiusura incerta di Wall Street alla vigilia: il Dow Jones ha perso 48,20 punti (-0,1%), a 35.312,53 punti. Ingessato anche lo S&P 500, che ha guadagnato appena 1,41 punti, o +0,03%, a quota 4.524,09. Il Nasdaq Composite è salito dello 0,3% a 15.309,38, al nuovo massimo di chiusura.
Dal fronte macroeconomico dell’area dell’Asia Pacifico, è stato diffusa la bilancia commerciale dell’Australia da cui è emerso un surplus, nel mese di luglio, pari a 12,117 miliardi di dollari australiani, (l’equivalente di $8,93 miliardi).
Il dato è stato decisamente superiore rispetto ai 10,2 miliardi di dollari australiani stimati dal consensus di Reuters.