Borsa Tokyo +1,8%, Hong Kong rimbalza dopo ingresso mercato orso. Countdown sui mercati per parole Powell (Fed) a simposio Jackson Hole
Guadagni fino al 2% circa per le principali piazze finanziarie dell’Asia nei massimi intraday, con l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo che ha chiuso la prima sessione della settimana di contrattazioni in rialzo dell’1,8% circa.
In primo piano soprattutto il recupero della borsa di Hong Kong, con l’indice Hang Seng balzato fino a +1,8% circa, dopo essere entrato ufficialmente in mercato orso la scorsa settimana, in calo di oltre il 20% dal massimo di metà febbraio.
In evidenza il titolo Tencent, in recupero di quasi il 3%. Al momento, il listino avanza dell’1,5% circa.
Bene anche la borsa di Seoul (+1,25%), in cui spicca tuttavia il tonfo di LG Chem, che crolla del 10% circa. Lo scorso venerdì, il colosso dell’auto di Detroit General Motors ha comunicato l’espansione del richiamo delle auto elettriche Chevrolet Bolt EV, dopo aver individuato difetti di produzione in alcune celle di batterie fabbricate nelle fabbriche di LG.
In generale, sull’azionario globale, grande è l’attesa per le parole che saranno proferite dal numero uno della Federal Reserve, Jerome Powell, in occasione dell’apertura del simposio di Jackson Hole che, anche quest’anno, contrariamente a quanto previsto, avverrà in modalità virtuale e non in presenza.
Powell parlerà venerdì prossimo 27 agosto, alle 10 ora di New York (16 ora Italia).
Forte rialzo per i prezzi del petrolio con quelli del Brent balzati nelle contrattazioni asiatiche fino a +1,73% a
$66,31 al barile, e il WTI in crescita dell’1,71% a $63,20 al barile.
Riguardo al forex, il Dollar Index viaggia attorno a 93,313; l’euro avanza dello 0,15% sul dollaro a $1,1716, il dollaro sale sullo yen dello 0,15% a JPY 109,96, ma è in sensibile calo sul dollaro canadese, perdendo lo 0,43% a 1,2765 dollari canadesi.
Tornando all’azionario asiatico, la borsa di Sidney è più debole, con un rialzo di appena lo 0,36%.
Dal fronte macro è stato diffuso l’indice Pmi manifatturiero dell’Australia stilato da Markit, che si è attestato ad agosto a 51,7 punti, in deciso peggioramento rispetto ai 56,9 punti precedenti. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato, che ha disatteso le stime, pari a 56,7 punti.
Molto male e ancora in fase di contrazione il settore dei servizi, con l’indice Pmi relativo sceso a 43,3 punti dai 44,2 punti di luglio e rispetto ai 44 punti stimati, scontando i nuovi lockdown che sono stati imposti nel paese.
Le notizie che arrivano dal fronte del coronavirus, in Australia, continuano a essere negative: nelle ultime ore sono emersi 818 nuovi casi di infezione da Covid-19 nel New South Wales, dopo che migliaia di manifestanti hanno violato le norme di restrizione imposte dal governo scendendo in piazza e generando così diversi casi di assembramenti.
Diffusi i numeri preliminari degli indici Pmi anche in Giappone: stilato congiuntamente da Jibun Bank-Markit si è attestato ad agosto a 52,4 punti, in calo rispetto ai 53 punti precedenti. E’ quanto emerge dalla lettura preliminare del dato, che ha disatteso le stime, pari a 53,4 punti.
Il Pmi manifatturiero è rimasto comunque al di sopra dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione dell’attività economica – valori al di sotto – e di espansione – valori al di sopra.
L’indice Pmi dei servizi si è confermato invece in fase di contrazione, peggiorando dai 47,4 punti di luglio a quota 43,5 punti. La preoccupazione rimane sul settore dei servizi, quello più colpito dalla pandemia Covid-19, in contrazione per il 19esimo mese consecutivo.