Mercati, investitori preoccupati dalla guerra ma non modificano ancora i portafogli
Le preoccupazioni per la guerra e conseguente inflazione, finora, non hanno indotto gli investitori a rivedere i loro portafogli. A evidenziare il trend l’ultima ricerca trimestrale sulla fiducia degli investitori condotta da UBS.
In particolare, gli investitori mostrano ancora una forte preoccupazione per l’impatto della guerra in Ucraina sull’economia mondiale, oltre che per l’’aumento generalizzato dei prezzi. La ricerca, per la quale sono stati intervistati oltre 2.500 investitori e 1.000 imprenditori su 14 mercati in tutto il mondo, ha evidenziato che il 92% degli investitori si aspetta che la guerra favorisca un aumento dell’inflazione, inoltre più della metà di questi ritiene che l’inflazione sia destinata a perdurare per oltre 12 mesi.
Secondo la metà degli investitori intervistati, la volatilità del mercato è più elevata del solito. La maggior parte degli investitori prevede che la guerra avrà un impatto economico negativo: il 66% si aspetta un aumento dei prezzi dell’energia, il 64% una maggiore instabilità su scala mondiale e il 60% teme l’aumento di attacchi informatici. Tuttavia, gli investitori non stanno ancora rivedendo i portafogli, ma si dicono pronti a farlo qualora il mercato dovesse risentirne ulteriormente. Molti sono ora più propensi a considerare l’acquisto di oro, titoli nazionali e petrolio, mentre tecnologia ed energia rimangono i settori più appetibili nelle condizioni di mercato attuali.
“Gli investitori di tutto il mondo sono indubbiamente preoccupati per le ripercussioni personali ed economiche di una delle più grandi crisi umanitarie degli ultimi decenni”, ha dichiarato Iqbal Khan, Presidente di UBS Europa, Medio Oriente e Africa e Co-Presidente di UBS Global Wealth Management. “È difficile valutare le implicazioni economiche a lungo termine della guerra in Ucraina, ma una gran parte degli investitori rimane ottimista sulle prospettive per il mercato azionario e ha fiducia nel proprio portafoglio ben diversificato”. Nel trimestre sono aumentate le fonti di preoccupazione per gli imprenditori, con l’instabilità geopolitica che si somma all’aumento dei costi dei materiali, ai rialzi delle imposte, al rafforzamento delle normative e ai problemi relativi alla catena di approvvigionamento. Di conseguenza, la fiducia nelle proprie attività d’investimento ha evidenziato un calo di 11 punti percentuali per i prossimi 12 mesi. La ricerca ha rilevato che gli imprenditori stanno ridimensionando i loro piani per quanto riguarda assunzioni ed investimenti per concentrarsi sull’incremento dei vantaggi per i collaboratori, sulla spesa informatica e sulla valorizzazione dei talenti.
“L’impatto della guerra in Ucraina e l’inflazione in aumento hanno costretto gli imprenditori ad adattarsi nuovamente a una situazione imprevedibile e senza precedenti, dopo aver già gestito gli effetti della pandemia sul proprio business”, ha affermato Tom Naratil, Presidente di UBS Americas e Co-Presidente di UBS Global Wealth Management. “In un mercato del lavoro in contrazione, gli imprenditori si stanno adoperando insieme ai propri consulenti finanziari per offrire delle soluzioni in grado di portare benefici ai propri collaboratori, come le Workplace Wealth Solutions di UBS, al fine di creare sempre più valore per i propri dipendenti”.
Paolo Federici, Market Head di UBS Global Wealth Management in Italia ha commentato: “Senza dubbio la difficile situazione che stiamo vivendo a livello geopolitico a causa del conflitto in Ucraina, oltre ad avere un forte impatto emotivo nelle nostre vite, sta avendo delle notevoli ripercussioni sui mercati. Oggi più che mai, quindi, la costruzione di un portafoglio ben diversificato e posizionato per la volatilità è una priorità per gli investitori. E in questo contesto, investimenti sostenibili, tech e transizione energetica, temi in cui UBS GWM già da molto tempo vede valore, rappresentano un modo vincente per costruire un portafoglio che non solo resista al cambiamento, ma che se ne avvantaggi”.