Eni: utile netto torna a livello pre-Covid, ebit adj a 2 mld nel 2° trimestre
La spinta derivante dal forte rialzo di tutte le commodities, con Brent cresciuto da 61 $/bbl nel primo trimestre a 69 $, permette ad ENI di tornare a livelli di utile pre-Covid. Il gruppo del Cane a sei zampe ha riportato nel secondo trimestre un ebit adjusted di 2 miliardi di euro rispetto alla perdita di 0,4 miliardi dello stesso periodo 2020 (€3,4 miliardi nel primo semestre con un incremento di €2,5 miliardi). Il risultato di Gruppo rispetto al 2020 è stato trainato da una robusta performance della E&P che registra un EBIT di €1,84 miliardi in aumento di €2,6 miliardi grazie alla ripresa dello scenario energetico e ai minori costi, nonostante 132 mila boe/giorno di minore produzione impattata principalmente dalle manutenzioni. Il risultato ha inoltre beneficiato di negoziazioni contrattuali con effetto retroattivo; miglior risultato storico della Chimica che registra un EBIT di €202 milioni, in aumento di €268 milioni, per effetto della ripresa economica, del miglioramento dei margini dei prodotti e, in tale contesto, della performance di produzione che ha consentito di cogliere il rimbalzo della domanda, nonché del contributo della chimica verde. IL business Eni gas e luce & Renewables registra EBIT di 71 milioni, in aumento di 48 milioni, per efficacia dell’azione commerciale, crescita base clienti e migliori margini.
L’utile netto adjusted torna a ai livelli pre-COVID attestandosi a 0,93 miliardi nel trimestre e 1,20 miliardi nel semestre in netto miglioramento rispetto alla perdita del 2020, con una variazione rispettivamente di +1,6 e +1,9 miliardi, per effetto della migliore performance operativa e della normalizzazione del tax rate (58% nel semestre) dovuta al miglioramento dello scenario upstream e alle migliori previsioni reddituali delle attività green in Italia.
L’indebitamento finanziario netto ante IFRS 16 risulta in forte riduzione a 10 miliardi, -1,5 miliardi rispetto a fine 2020.