Autostrade: al via da agosto il caskback, un rimborso del pedaggio in caso di disagi
In Italia in molti casi ponti e gallerie autostradali hanno un’età superiore ai 50 anni e da qui sorge la necessità di ammodernare il patrimonio infrastrutturale. Ne è certo Roberto Tomasi, amministratore delegato di Aspi dal gennaio 2019 che dalle pagine de Il Sole 24 Ore fa il punto sul cashback di autostrade, cioè un rimborso del pedaggio, sul quale la società autostradale si è già confrontata con il Mims, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, e l’Antitrust.
Cashback autostrade con l’app: come potrebbe funzionare
Se i lavori di ammodernamento lungo la rete creano un disagio scatterebbero i rimborsi agli utenti per i disagi causati dai cantieri in autostrada. “Dobbiamo essere certi che questo sia un meccanismo diretto” sottolinea Tomasi. “Al centro di questo meccanismo vi è la misurazione oggettiva del tempo di percorrenza lungo le tratte. Gli automobilisti potranno accedere, grazie alla app Free to X, presto disponibile, a un rimborso del pedaggio basato sul tempo di percorrenza effettivo del proprio itinerario, laddove sensibilmente maggiore rispetto alle medie del periodo”. Per questo progetto, nel piano economico-finanziario di Aspi, sono stati previsti 250 milioni di euro.
L’app verrà lanciata in via sperimentale e gratuita per i rimborsi nel mese di agosto e verrà testata con circa 10mila utenti per migliorarla. Entro fine estate il servizio sarà disponibile a tutti.
Assoutenti: troppe criticità sul fronte privacy
A puntare il dito contro l’app del cashbak è l’associazione dei consumatori Assoutenti. Il cashback dei pedaggi non solo arriva tardivamente, ma viene proposto attraverso un meccanismo contorto che rischia di violare la privacy degli automobilisti, e pertanto di essere bloccato dal Garante per la protezione dei dati personali. Lo afferma Assoutenti, commentando l’annuncio dell’Ad di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, relativo ai rimborsi dei pedaggi.
“Il cashback arriva quando già milioni di italiani si sono spostati per le autostrade del paese rimanendo bloccati da lavori e cantieri, e la sua applicazione risulta pertanto tardiva – spiega il presidente Furio Truzzi – C’è poi il nodo della privacy degli aomobilisti che la App “Free to X” utilizzata da Aspi per i rimborsi potrebbe violare. Chi intende ottenere l’indennizzo per essere stato coinvolto in disservizi autostradali dovrà infatti fornire tutti i propri dati alla App in questione, informazioni sensibili anche ai fini del tracciamento degli spostamenti dei cittadini. Oggi il 62% degli utenti che utilizzano le autostrade paga i pedaggi attraverso Telepass, il 23% con carte di credito e solo il 15% in contanti. Questo significa che l’85% degli automobilisti potrebbe ottenere in modo automatico il rimborso spettante, senza presentare alcuna richiesta e senza dover cedere i propri dati sensibili a terzi” – aggiunge Truzzi.
“Grave, infine, che Autostrade per l’Italia non abbia coinvolto gli utenti e il Garante della Privacy nella consultazione sul “Cashback” dei pedaggi, impedendo così ai fruitori finali della rete autostradale di apportare un contributo concreto al servizio e superare le criticità dei rimborsi” – conclude il presidente di Assoutenti.