Mps si infiamma a Piazza Affari: titolo +6% anche oggi, si brinda ad accordo con Fondazione. Nozze con UniCredit più vicine?
Mps in forte rialzo anche oggi, il titolo balza del 6% a Piazza Affari attorno a 1,18 euro, dopo essere salito del 6% anche nella sessione della vigilia.
Il mercato guarda con favore all’accordo raggiunto con la Fondazione Monte dei Paschi, che riduce di 3,8 miliardi i rischi legali che incombono sulla banca.
In base ai termini dell’intesa, diffusi dallo stesso istituto senese, Mps dovrà versare solo 150 milioni alla Fondazione, oltre a “impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca”.
L’accordo è preliminare e sarà sottoposto alla deliberazione del cda di Mps, che si riunirà il prossimo 5 agosto anche per approvare i risultati di bilancio.
Il titolo Mps si infiamma anche sulla scia delle ultime indiscrezioni, secondo cui sarebbe in arrivo dal Tesoro maggiore azionista della banca una proposta da presentare a UniCredit, che il governo Draghi continua a vedere come la sposa perfetta, e a Banco BPM.
Dopo la notizia dell’accordo con la Fondazione, Mps è sicuramente, se non più appetibile, una sposa meno brutta da far convolare a quelle nozze su cui il Mef spera tanto.
Così Equita SIM nella nota odierna riassume le ultime novità che riguardano Siena:
“Monte dei Paschi ha comunicato di aver raggiunto un accordo preliminare con la Fondazione Monte dei Paschi di Siena in merito alle richieste stragiudiziali riferite all’acquisizione di Banca Antonveneta e agli aumenti di capitale del 2011 e 2014-2015. L’accordo transattivo conclude in maniera definitiva ogni contenzioso e prevede il pagamento di 150 milioni da parte di Mps e l’impegno sulla valorizzazione del patrimonio artistico della Banca. L’accordo dovrà inoltre essere sottoposto a deliberazione del CdA il prossimo 5 agosto, in sede di approvazione dei risultati del secondo trimestre del 2021”.
Equita SIM continua:
“Giudichiamo positivamente l’accordo raggiunto da Mps, in quanto diminuisce drasticamente il petitum relativo ai rischi legali (che si riduce da circa 10 miliardi a 6,2 miliardi), riducendo drasticamente uno degli elementi di ostacolo al processo di vendita della banca. Alla luce dell’accordo
raggiunto, della possibile conversione delle DTA (pari a circa 3,8 miliardi) in crediti fiscali in caso di fusione e delle misure potenzialmente prospettabili dal MEF (aumento di capitale, ulteriore pulizia di bilancio), riteniamo che le
probabilità che si concretizzi una soluzione strutturale per la banca aumentino significativamente”.
“Ad ogni modo – conclude la nota -l’accordo dovrà essere sottoposto a deliberazione del cda dell’istituto, che si riunirà il prossimo 5 agosto, anche per approvare i conti del secondo trimestre”.