Avocado sempre più oro verde. Il frutto dei millennial ormai è un vero e proprio asset
Avocado, ma quanto mi costi? I soldi non crescono sugli alberi, ma l’oro verde sì. L’oro verde, come riporta un articolo del Wall Street Journal, è proprio l’avocado.
Intervistato dal quotidiano finanziario Mark Alcock, proprietario di un’azienda agricola plasmata su un terreno di 170 acri (più di 68 ettari) in Sud Africa, nota per essere la sesta esportatrice più grande al mondo di avocado, ha ammesso di essere stato costretto a installare un sistema di video sorveglianza a raggi infrarossi per proteggere la sua tenuta dai criminali.
Sì, perchè l’avocado è sempre di più un asset, che vale sempre di più: i ladri lo sanno, e i tentativi di furto aumentano.
Anche Howard Blight, che coltiva avocado su un terreno di 350 acri (141 ettari circa) è stato costretto a installare una rete di protezione elettrica e a dotarsi anche di guardie di sicurezza, che vigilano affinché l’oro verde non venga sottratto.
I casi di furto di questo frutto sono decisamente balzati nel corso degli ultimi anni, di pari passo con l’impennata delle sue quotazioni. Veri e propri raid di gang criminali prendono sempre più di assalto le coltivazioni, per poi rivendere gli avocado in mercati legali, come ha fatto notare la ong Global Initiative Against Transnational Organized Crime.
I furti hanno zavorrato soprattutto l’offerta delle coltivazioni del Sud Africa: di conseguenza, i prezzi sono saliti ulteriormente a carico delle aziende frutticole europee, dove il frutto viene principalmente esportato, e dove i prezzi all’ingrosso sono di 2 dollari alla libbra (454 grammi).
Gli appassionati di avocado non si stupiranno nel leggere queste cifre: 300 grammi di avocado bio arrivano a costare 3,50 euro.
Nel commentare la recinzione elettrica della sua tenuta, Blight ha detto: “Sembra un po’ drastico, ma gli avocado sono l’oro verde”.
Fortunatamente, la produzione di questo frutto è destinata a crescere e rafforzarsi anche in Italia, come ha reso noto la stessa Coldiretti Puglia che, nell’agosto del 2020, si era così espressa, stando al comunicato diramato:
“Con i cambiamenti climatici arrivano le prime coltivazioni di avocado, mango e bacche di Goji Made in Puglia insieme a tante altre produzioni esotiche di largo consumo come le bacche di aronia, le banane e il lime. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia sulla produzione di frutta tropicale, un fenomeno esploso per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima e destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole. “Lo dimostra il fatto che si è passati da pochi ettari piantati con frutti tropicali ad oltre 150 ettari con un incremento esponenziale negli ultimi anni. Il fenomeno della frutta esotica in Puglia, spinto anche dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo, infrastrutturale e diplomatico che ha impedito alle imprese di agganciare la ripresa della domanda all’estero, con un crollo nell’ortofrutta fresca esportata nel 2019 dell’11% in quantità e del 7% in valore, rispetto all’anno precedente”, aveva detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Coldiretti ha ricordato che, nello specifico, “originario della zona che dalle montagne centrali ed occidentali del Messico arriva fino alle coste del Pacifico dell’America Centrale l’avocado è un frutto tropicale che ha trovato nel clima del sud Italia un perfetto habitat a cui adattarsi”. Un articolo di Lifegate ha raccontato anche la storia dell’avocado siciliano.
Detto questo, il prezzo del frutto non è certo noto per essere tra i più bassi, e questo ovunque venga coltivato.
A fare luce sul trend rialzista dei prezzi dell’oro verde è stato un articolo di Business Insider, che ha fatto notare come negli ultimi anni, nel mercato americano, i prezzi dell’avocado – diventato tra l’altro tra gli alimenti più trendy, promosso in particolar modo dai millennial salutisti – siano balzati di ben +129%, con il prezzo nazionale di un solo avocado Hass che è arrivato a quota $2,10 nel 2019, quasi raddoppiato in un solo anno.
Business Insider ha spiegato il motivo per cui “questo superfood” costa così tanto.
Tanti sono i fattori: sicuramente, uno dei tanti, tra i più incisivi, è rappresentato dagli elevati costi che richiede la sua coltivazione. Il coltivatore Gus Gunderson ha spiegato, in particolare, che “ci sono diversi elementi che gli avocado richiedono, come acqua, fertilizzanti, potature, lotta ai parassiti, protezione degli alberi dalla luce del sole. Tutti questi fattori condizionano la possibilità di avere una coltivazione caratterizzata da una qualità molto buona. Quando decidiamo di piantare un frutteto di avocado, piantiamo alberi che provengono da vivai certificati. E dobbiamo prenotare i nostri ordini con anni di anticipo”.
Tutto questo a fronte, viene spiegato nell’articolo, di una domanda boom del frutto.
Per chi non lo sapesse, il giorno più importante per il calendario dell’avocado – spiega il giornalista – è ormai la domenica del Super Bowl dove, secondo le stime, quasi 200 milioni di libbre di avocado vengono consumate in America. Ma se considerate per un momento le risorse di cui c’è bisogno per produrre quell’ammontare, potete forse iniziare a comprendere il motivo per cui i prezzi degli avocado sono così alti. Secondo gli esperti, ci vogliono 270 litri di acqua per far crescere una libbra (dunque 454 grammi di avocado). Dunque, 200 milioni di libbre potrebbero richiedere fino a 54 miliardi di litri di acqua, il che significa che fenomeni di siccità potrebbero avere conseguenze disastrose sull’industria dell’avocado”.
Tra l’altro, proprio il fenomeno della siccità ha caratterizzato la California – stato americano dove si produce l’avocado – per molti anni, tanto che la fine della siccità nel Sunshine State è stata dichiarata soltanto nel 2019.
Allo stesso tempo, l’articolo spiega la popolarità del frutto con lo stile di vita più salutista. Dopo essere stato considerato per tanto tempo un frutto grasso e dunque nocivo, l’avocado è stato riabilitato per le sue proprietà nutritive e per la presenza soprattutto di grasso buono, ovvero di acidi grassi monoinsaturi. (che sono presenti tuttavia anche in altri cibi, come olive, noci, e semi).
E la sua riabilitazione è stata talmente immensa e sponsorizzata che basta cercare #avocado su Instagram per capire la portata del successo di questo oro verde.
Se però sono stati gli stessi analisti di Rabobank a prevedere per gli Stati Uniti un aumento dei prezzi, a causa del boom della domanda, parlando anche loro di “green gold”, la situazione si sta confermando molto diversa in Australia.
Il boom della produzione del frutto tropicale tanto amato e utilizzato per preparare appetitosi toast, insalate, e il famoso guacamole, ha fatto scendere i prezzi dell’avocado nei mercati locali ad appena 1 dollaro australiano, l’equivalente di 77 centesimi di dollaro Usa, due anni dopo il record di 9 dollari australiani (7 dollari Usa) dell’estate del 2018.
Il forte calo si spiega con l’immensa offerta di avocado nel paese, che conta 3 milioni di alberi di avocado, di cui la metà è stata piantata soltanto negli ultimi cinque anni.
Tanto che John Tyas, ceo di Avocados Australia, ha riferito al The Guardian che “la produzione di avocado è cresciuta su base annua del 65%”. Almeno in Australia, è dunque possibile fare incetta di avocado senza pensare troppo all’impatto sul proprio portafoglio. E forse qui, se faranno capolino, i ladri non rischieranno di prendersi una bella scossa elettrica.