Fed: inizia ritiro graduale misure di emergenza anti-Covid. Powell pronto a scaricare sui mercati corporate bond ed ETF
Via al tapering delle misure straordinarie di emergenza lanciate dalla Federal Reserve di Jerome Powell in risposta alla pandemia Covid-19: stando ad alcune indiscrezioni riportate dal Wall Street Journal, sulla base di quanto proferito da un funzionario stesso della Fed, la banca centrale americana inizierà presto a vendere quei corporate bond ed ETF che ha ammassato l’anno scorso attraverso il lancio di un veicolo, battezzato Secondary Market Corporate Credit Facility, o SMCCF.
Grazie a questo strumento, nella pancia della Fed ci sono bond emessi da società americane del calibro di Whirlpool, Wal-Mart e Visa (dati dello scorso 30 aprile), per un valore totale di $5,21 miliardi. In più, ci sono ETF sui corporate bond per un ammontare complessivo di $8,56 miliardi, come il Vanguard Short-Term Corporate Bond ETF.
Tutti questi asset, di cui la Fed ha fatto incetta, verranno riversati sul mercato entro la fine di quest’anno: i ricavi netti andranno al dipartimento del Tesoro Usa, che ha finanziato la creazione di questo strumento pandemico.
D’altronde, le ragioni che hanno avallato la nascita di questi bazooka anti-Covid-19, per molti economisti, stanno venendo progressivamente a mancare. E’ quanto emerge dallo stesso Beige Book della Fed reso noto nella giornata di ieri.
Il rapporto sulle condizioni economiche degli Stati Uniti che la banca centrale americana pubblica otto volte nell’arco di ogni anno, relativo stavolta al periodo compreso tra l’inizio di aprile e la fine di maggio, ha messo in evidenza che diversi distretti hanno citato gli effetti positivi della velocizzazione delle vaccinazioni sull’economia: effetti che si sono dispiegati grazie all’allentamento delle misure di distanziamento sociale precedentemente imposte, che avevano messo in quarantena soprattutto il settore dei servizi.
Gli stessi distretti hanno confermato anche la presenza di problemi nelle catene di approviggionamento, che in alcuni casi hanno impedito all’offerta di soddisfare prontamente la domanda.
I prezzi di vendita, è emerso ancora dal Beige Book, sono saliti in modo moderato, mentre i costi input hanno accelerato il passo in modo più veloce. In generale, la crescita dei salari è stata moderata, e un crescente numero di aziende ha iniziato a offrire bonus o aumenti degli stipendi ai dipendenti attuali, cercando di attrarne altri. Nel complesso, le aspettative non sono state interessate da forti variazioni: le aziende hanno confermato di essere ottimiste sul fatto che la crescita economica rimarrà solida.
Insomma, che l’economia si sia rimessa in moto è un dato di fatto. La domanda che Powell & Co si stanno ponendo è dunque se sia il caso di continuare a iniettare un ammontare di liquidità tale da surriscaldare sia la crescita sia, ovviamente, pallino fisso degli investitori e dei consumatori, l’inflazione.
Tornando al tapering degli acquisti di corporate bond ed ETF che avvengono con lo strumento Secondary Market Corporate Credit Facility, o SMCCF, va precisato che gli smobilizzi che la Fed si appresta ad avviare non riguardano il piano di Quantitative easing che la banca centrale americana porta avanti acquistando titoli di stato Usa, ovvero i Treasuries, e altri titoli MBS garantiti dai mutui. Questi asset, che hanno un valore superiore ai $7,3 trilioni, continuano a essere acquistati per un ammontare di almeno $120 miliardi al mese e così continueranno a esserlo, fino a quando l’economia americana non si riprenderà totalmente dalle conseguenze della pandemia.
Detto questo, secondo qualche economista, la Fed dovrebbe iniziare a ridurre anche questi acquisti, ricorrendo dunque al vero tapering.
Per Bill Gross, per esempio, queste quantità enormi di moneta che hanno inondato nell’ultimo anno il mercato rischiano di generare il caos, in futuro, sull’economia e sui mercati.
Gli stimoli monetari, ha spiegato l’ex Pimco in un’intervista rilasciata al Financial Times, si sono tradotti infatti in un aumento della moneta (cash) in circolazione, fattore che inevitabilmente, a suo avviso, scatenerà una inflazione svalutando il dollaro, e svalutando così i risparmi degli investitori.
L’assist che la Fed ha dato ai Treasuries Usa è tale che, secondo Gross, le valutazioni così eccessive hanno reso i titoli di stato Usa asset rischiosi.
E riguardo a quanto detto lo scorso mese da Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund numero uno al mondo Bridgewater Associates, ovvero che “cash is trash”, Gross ha commentato che, in realtà, è possibile che ben presto, nel momento in cui i mercati saranno costretti a riconoscere il rischio che un rialzo dei tassi da parte della Fed e che l tapering del QE arrivino prima del previsto, il cash diventerà l’unico vero asset davvero percepito in quanto asset rifugio.