Istat: inflazione cresce ancora a maggio, massimo da novembre 2018. I calcoli di Codacons per le famiglie
A maggio l’inflazione italiana accelera per il quinto mese consecutivo, raggiungendo livelli che non si vedevano da novembre 2018 (quando fu pari a +1,6%), sostenuta da prezzi dei beni energetici. Stando ai dati preliminari diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato una variazione nulla su base mensile e un aumento su base annua dell’1,3% (dal +1,1% del mese precedente). “Anche in questo mese, come nei precedenti, l’inflazione si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici che ne trainano la crescita e al netto dei quali si attesta a +0,2%, valore uguale a quello di settembre 2020 (quando però l’inflazione generale era negativa e pari a -0,6%). In questo quadro i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” ampliano ulteriormente, seppur di poco, la loro flessione (da -0,7% a -0,8%), confermando andamenti che non si registravano da agosto 1997”, sottolinea l’istituto di statistica commentando i dati diffusi stamattina.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione, spiega l’istituto, si deve essenzialmente ai prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +9,8% di aprile a +13,8% a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che accelerano da +6,6% a +12,6%) mentre quelli della componente regolamentata continuano a registrare un forte incremento ma stabile (+16,8% come ad aprile). Tale dinamica è compensata in misura limitata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +0,7% a -0,1%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,3% e quella al netto dei soli beni energetici decelera e si porta a +0,2% (da +0,3% di aprile).
Codacons: cosa succede alle tasche delle famiglie italiane
Vera e propria fiammata dell’inflazione, con i prezzi che a maggio segnano una crescita su base annua del +1,3%, determinando un aggravio di spesa, considerata la totalità dei consumi delle famiglie, pari a +399 euro su base annua per la famiglia “tipo”. Questo il commento del Codacons dopo la pubblicazione della stima preliminare sull’inflazione. “Da due anni e mezzo l’inflazione non raggiungeva certi livelli, ma sulla forte ripresa dei prezzi al dettaglio pesa come un macigno la corsa dei beni energetici, con i carburanti che alla pompa costano il 16% in più rispetto allo scorso anno – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Non a caso il comparto “Trasporti” segna a maggio una crescita del +4,8%, che si traduce in una maggiore spesa solo per gli spostamenti pari in media a +166 euro annui per la famiglia “tipo””.
“L’effetto dei beni energetici incide poi anche sulle spese fisse delle famiglie legate ad abitazione, acqua, elettricità, comparto che a maggio cresce del +5,8% rispetto al 2020 – aggiunge Rienzi –. Una ripresa dei prezzi a cui, tuttavia, non fa da contraltare una crescita dei consumi da parte delle famiglie, che nei primi mesi del 2021 sono rimasti al palo, e che rischia di danneggiare i consumatori impoverendo i nuclei meno abbienti”.