Famiglie: fiducia ancora in calo sui minimi da novembre 2020, l’85% è preoccupato per la propria situazione economica
Il caro bollette e la stangata dei carburanti, oltre che l’incertezza per il conflitto Russia-Ucraina minano il sentiment in Italia. La fiducia dei consumatori scende ancora ad aprile, per il quarto mese consecutivo, portandosi ai minimi di novembre 2020. Se da un lato il contenimento dell’emergenza pandemica ha portato con sé una certa speranza verso il futuro, questa è in parte diminuita per via delle incertezze legate allo scenario geopolitico e alla spinta inflazionistica. Tanto che oggi ben l’85% è preoccupato per la propria situazione eocnomica.
Nuovo tonfo della fiducia delle famiglie
Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, ad aprile si evidenzia una nuova diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che passa da 100,8 a 100 punti, il livello più basso da novembre 2020. Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo, ad eccezione del clima futuro. In particolare, il clima economico scende da 98,2 a 97,3, il clima personale cala da 101,7 a 100,9 e il clima corrente registra la flessione più marcata, passando da 105,7 a 100,8.
Nota meno negativa dal mondo imprese, la cui fiducia è leggermente migliorata, recuperando parzialmente il calo registrato lo scorso mese. L’Istat rileva infatti che l’indice composito del clima di fiducia delle imprese aumenta lievemente passando da 105,3 a 105,5 punti (un aumento minimo, dello zero virgola). Tra i settori impresa, giungono segnali discordanti. Nell’industria manifatturiera l’indice di fiducia rimane sostanzialmente stabile, mentre nel comparto delle costruzioni aumenta ancora leggermente, così come nel commercio al dettaglio. Nei servizi invece si registra un peggioramento.
“I consumatori sono più sensibili alle notizie esterne e reagiscono con maggiore intensità”, sottolinea Lucio Poma, capoeconomista di Nomisma commentando i dati Istat.
Segnale proeccupante per i consumi (e la ripresa economica)
“La sfiducia degli italiani pesa oramai come un macigno sulle possibilità di ripresa economica del paese e sui consumi dei prossimi mesi – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – All’effetto caro bollette, caro carburanti e carovita, si è aggiunto quello dell’Ucraina e la paura di possibili razionamenti e di ulteriori speculazioni”.
Anche il Codacons lancia l’allarme su un possibile rallentamento dei consumi che potrebbe frenare la ripresa economica. “Il vero pericolo ora è rappresentato dai consumi, perché in un contesto di scarsa fiducia e di prezzi e tariffe in costante crescita le famiglie saranno portate inevitabilmente a ridurre la spesa e rimandare gli acquisti, con enormi danni per l’economia nazionale”, avverte il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.
L’inflazione riaccende le preoccupazioni per il proprio budget
Timori che vengono confermati dall’ultimo EY Future Consumer Index, l’85% degli intervistati in Italia dichiara di essere preoccupato per la propria condizione economica in parte dovuta alla spinta inflazionistica, al rincaro dei prezzi dell’energia e alle incertezze macroeconomiche.
L’aumento dei costi ha riacceso dunque l’attenzione verso la propria situazione economica-finanziaria e le spese da affrontare. Sempre tra gli intervistati italiani, il 51% fatica a causa dell’aumento del costo di beni e servizi e il 39% acquista solo prodotti essenziali.
L’aumento dei prezzi sta trasformando le scelte dei consumatori che nei prossimi sei mesi dichiarano di diminuire gli acquisti in abbigliamento (41%), servizi di elettronica (32%), cosmetici e prodotti di bellezza (31%).