Allerta inflazione affossa i mercati: Nasdaq e tech Cina principali vittime, KO anche le criptovalute
Ondata di vendite sui titoli tecnologici e in generale un repentino cambio di sentiment sui mercati con il ritorno della paura che l’ascesa dell’inflazione a livello globale diventi un problema serio. Wall Street ha così ritracciato dai massimi storici con il Nasdaq scivolato indietro del 2,55%. Più contenuti i cali dell’S&P 500 (-1,01%). Stamattina umore pessimo anche in Asia con oltre -3% per la Borsa di Tokyo e in Europa dominano i segni meno (-1,47% il Ftse Mib).
A livello settoriale, i tecnologici sono i più colpiti. Taiwan Semiconductor Manufacturing ha ceduto oltre il 3% e Samsung Electronics il 2,4%, contribuendo al maggior calo da febbraio per l’MSCI AC Asia Information Technology Index. L’indice Hang Seng TECH, che comprende tutti i giganti tec cinesi, è affondato fino a -4,5%, aumentando la sua caduta da un massimo di febbraio a circa il 30%.
L’ascesa dei prezzi delle materie prime non accenna a fermarsi e tra gli investitori si fa sempre più concreto il timore di un forte aumento dell’inflazione che potrebbe costringere le banche centrali a correre ai ripari con una stretta monetaria. “C’è senza dubbio un certo timore che il quadro dell’inflazione possa sfociare in un’azione drastica a livello di banche centrali“, rimarcano stamattina gli esperti di IG.
Dati Cina acuiscono timori impennata prezzi
A preoccupare sono anche i dati arrivati dalla Cina proprio sul fronte inflattivo: ad aprile l’inflazione della Cina misurata dall’indice dei prezzi al consumo è salita dello 0,9% su base annua, lievemente al di sotto del +1% atteso dagli analisti, mentre l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi alla produzione è balzata del 6,8%, rispetto al +6,5% stimato. E’ il rialzo più forte dall’ottobre del 2017. I dati cinesi evidenziano che “l’inflazione è fortemente sentita a livello di produttore, con il PPI che solleva la questione di quanto di quell’inflazione alla fine sarà trasferita al consumatore”, argomentano da IG.
Già i PPI di marzo negli Stati Uniti, nella zona euro, in Giappone e nei principali paesi emergenti avevano evidenziato un’impennata dei prezzi.
Sull’obbligazionario i Treasury Usa ieri sera hanno visto un’impenata dei rendimenti e il decennale al momento segna un tasso dell’1,61%, ancora sotto i picchi toccati a fine marzo all’1,74%. Da fine marzo a oggi il Bloomberg Commodity Index è salito di un altro 12% facendo intendere che i timori espressi dall’impennata dei rendimenti erano ben fondati.
Tassi Treasury tornano a salire
Guardando alle altre asset class, tra le materie prime il petrolio segna cali vicini all’1% stamattina, oro stabile a 1.835 dollari. IN affanno anche le criptovalute, da alcuni investitori viste come protezione da uno scenario di elevata inflazione. Il bitcoin cede oltre il 5,5% a 55.614 dollari (dati CoinDesk); l’Ethereum ritraccia dai top storici con -4,29% a 3.944 $; peggio fanno Stellar (-10%), XRP (-11%) e Dogecoin (-14%).
Trimestrali Piazza Affari: oggi Poste e Mediobanca
In primo piano oggi a Piazza Affari le trimestrali dei testimonial del risparmio gestito. Oggi sono infatti in programma i CdA per l’approvazione dei conti del primo trimestre 2021 di Banca Generali, Banca Mediolanum, Finecobank e Poste Italiane. Sempre oggi in agenda, tra le big del Ftse MIb, i CdA di Mediobanca, Salvatore Ferragamo e Snam. Fuori dal Ftse Mib sguardo anche ai conti di Aedes, Avio, Banca Intermobiliare, Edison, Mediaset, RCS e Saras.
Domani 12 maggio spazio ai conti di Hera, Pirelli, Terna e Technogym. Il 13 maggio spiccano i numeri di A2A, Inwit, Nexi, Unipol, Webuild, Fincantieri e Geox. Infine, il 14 maggio Diasorin e Interpump.