Mps torna all’utile ma entra in blacklist Consob e rinvia aumento capitale. E intanto si scopre il trucchetto Profumo-Viola
La buona notizia, anche per i conti del Tesoro, è che nel primo trimestre dell’anno Mps è tornata all’utile. Le cattive notizie, che insinuano ulteriori dubbi sul destino della banca senese, sono però diverse: intanto, Monte dei Paschi di Siena è entrato ufficialmente nella black list della Consob. Inoltre, sono stati resi noti i risultati della perizia disposta dal gip milanese Guido Salvini nell’ambito del procedimento che vede indagati per falso in bilancio gli ex vertici Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori.
Ebbene, dalla perizia è emerso che, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2015, Mps ha rinviato la contabilizzazione di 11,4 miliardi di euro di rettifiche su crediti con “impatti quantitativi di assoluto rilievo” sui propri conti, pari, al netto degli effetti fiscali, agli 8 miliardi di euro di capitale chiesti al mercato con gli aumenti del 2014 e del 2015.
Con il rinvio delle rettifiche sui crediti, praticamente degli NPL, Mps ha praticamenter bussato alle porte del mercato con le operazioni di aumento di capitale e dunque per l’ottenimento di nuovi mezzi freschi, con un bilancio apparentemente molto più sano di quello che in realtà presentava.
Tornando al nodo black list della Consob, nel comunicato con cui ha diramato il bilancio del primo trimestre, Mps ha dedicato ampio spazio, a dare informazioni che l’Autorità di Borsa le aveva chiesto:
informazioni sullo shortfall di capitale, sulla “soluzione strutturale” (ovvero sulla possibilità che trovi un partner per una operazone di fusione, e in tale senso ha scritto nero su bianco che il il fondo Apollo ha accesso alla virtual data room dal mese di marzo), sull’aumento di capitale, avendo cura di precisare che “nel caso in cui la realizzazione di una ‘soluzione strutturale’ non dovesse concretizzarsi in un orizzonte di breve/medio termine, il Capital Plan prevede il rafforzamento patrimoniale di 2,5 miliardi di euro”.
“In tale contesto DG Comp (la direzione generale della Commissione europea responsabile della politica dell’UE in materia di concorrenza e che garantisce il rispetto delle norme dell’UE, in collaborazione con le autorità nazionali garanti della concorrenza) dovrebbe valutare l’intervento dello Stato sulla base della viability stand alone della Capogruppo”.
Informazioni cruciali, determinanti per far capire al mercato in quale situazione versi davvero il Monte di Stato, mentre da mesi si parla di un possibile deal con UniCredit sponsorizzato e ‘finanzato’ dallo Stato con tanto di dote fiscale (recentemente salita di $1 miliardo con il governo Draghi).
Mps entra in blacklist Consob, rinvia aumento capitale
Con il comunicato relativo ai risultati del primo trimestre, Mps ha reso noto che, “in attesa degli sviluppi delle interlocuzioni con DG Comp, si ritiene che l’operazione di rafforzamento patrimoniale, (dunque aumento di capitale) inizialmente ipotizzata per il terzo trimestre 2021, possa avvenire nel quarto trimestre del 2021 o nel primo semestre del 2022″. E ha precisato che “tali informazioni (sullo shortfall, sull’aumento di capitale, sulla soluzione strutturale dunque sulla possibilità di una operazione di M&A), su richiesta della CONSOB, verranno diffuse mensilmente e contestualmente alla diffusione delle informazioni finanziarie periodiche previste dalla normativa”. E’ quest’ultima frase che conferma l’ingresso di Mps nella blacklist della Consob.
Un ingresso dovuto in sostanza ai dubbi e alle incertezze sulla stessa continuità aziendale della banca.
Il problema infatti è che le autorità europee spingono per la realizzazione di una “soluzione strutturale”, vogliono dunque che ci sia un partner disposto ad accollarsi il Monte di Stato prima di dare l’ok all’aumento di capitale che, vista la natura dell’azionista di maggioranza Mef, implicherebbe una nuova iniezione di soldi pubblici nell’istituto.
Come ha detto lo stesso AD Guido Bastianini il motivo per cui l’aumento di capitale è slittato fino al 2022 è perché l’operazione di rafforzamento patrimoniale dovrà ricevere l’autorizzazione della Dg Comp. Solo con l’ok di Bruxelles, insomma, Mps potrà lanciare l’aumento con cui il Mef sottoscriverà la sua quota utilizzando soldi pubblici.
E l’ok non arriverà fino a quando le autorità europee non avranno la prova che il Monte non è un caso disperato, ovvero una sorta di banca zombie che ha bisogno della flebo dei soldi dei contribuenti, bensì un istituto che potrebbe andare avanti anche solo con le sue gambe. In quest’ultimo caso, l’iniezione di ulteriori soldi pubblici non sarebbe infatti, agli occhi di Bruxelles, a fondo perduto.
Ed evidentemente l’incertezza sulla continuità di Mps è tale – è necessario ricordare che le perdite sono comunque superiori a 1/3 del capitale -, che la Consob ha deciso di inserire la banca nella blacklist dalla lista grigia dove era stata collocata nel 2016.
In termini pratici, ogni ultimo giorno del mese Siena dovrà aggiornare praticamente il mercato di eventuali progressi nelle trattative con la DG Comp, informando gli investitori delle novità emerse dalla soluzione strutturale a cui sta lavorando il maggior azionista della banca, che è il Mef, ovvero il Tesoro. Dovrà fornire una serie di informazioni finanziarie e dare conto al mercato dei progressi dell’interlocuzione con la Dg Comp e le eventuali novità della soluzione strutturale di cui si sta occupando, da mesi con sollecitudine, l’azionista Mef.
Sempre nel comunicato della banca senese, si legge che, “sulla base delle prime interlocuzioni intercorse con DG Comp in seguito alla presentazione del nuovo Piano Strategico di Gruppo 2021-2025 – ed alla luce del mancato rispetto di alcuni commitment definiti nel Piano di Ristrutturazione 2017-2021 – alla Banca è stato chiesto di proporre ulteriori misure di compensazione che sono state approvate dal CdA del 5 febbraio 2021 e trasmesse a DG Comp. Successivamente sono proseguite le interlocuzioni con l’Autorità che al momento non registrano sviluppi significativi“.
I numeri del bilancio del I trimestre e l’outlook sullo shortfall:
Equita SIM nella nota odierna elenca i risultati di bilancio di Mps, comparando i loro valori con quelli delle stime del consensus e proprie.
Si parla di un “utile netto superiore alle attese grazie alle commissioni e al trading” e di “un costo del rischio, nettamente inferiore alle nostre stime”.
Di seguito le voci principali:
- NII (margine di interesse): 280 milioni (in calo del 10% su base trimestrale), inferiore ai 286 milioni attesi.
- Ricavi totali per 824 miloni (+15%), meglio dei 715 milioni stimati.
- Utili operativi per 283 milioni, meglio dei 172 milioni stimati.
- Rettifiche su crediti: 77 milioni (37 punti base) rispetto ai 146 milioni (70punti base) stimati.
- Utile netto per 119 miljoni, decisamente superiore alla perdita attesa per 44 milioni.
Equita fa notare che “il NII è leggermente inferiore alle attese, in calo del 10% QoQ (superiore rispetto alla flessione -8% attesa), a causa del venir meno del contributo dei NPE ceduti ad AMCO nel quarto trimestre del 2020”.
Si legge ancora che “la performance operativa è in parte compensata da commissioni più alte (372 milioni, rispetto alle 356 milioni attese), sostenute dalla componente Wealth Management (+16% su base trimestrale) e da commissioni di collocamento (+51% su base trimestrale). Il trading, nettamente superiore alle attese (160 milioni rispetto ai 60 milioni attesi.) include 127 milioni di capital gain derivanti dalla riduzione del portafoglio govies. Il costo del rischio è migliore (delle previsioni), pari a 37 punti base rispetto ai 70 punti base attesi), l’NPE ratio è in leggero aumento (+100 punti base su base trimestrale) al 4,4% con un aumento del coverage di 130 punti base al 47,4%. Il CET1 FL è in crescita di 50 punti base su base trimestrale al 10,4% (rispetto all’ 8,74% Srep requirement), grazie principalmente alla riduzione degli RWA di circa 1 miliardo dovuta al minor ponderazione dei prestiti garantiti dallo Stato”.
Equita SIM continua, scrivendo che “la banca si attende che lo shortfall di capitale, inizialmente previsto nel 1 primestre del 2020 pari a 1,5 miliardi, possa essere inferiore al 1 miliardo. La stima include un incremento degli RWA pari a 9,3 miliardi, dovuto all’update dei modelli interni e EBA guidelines”.
La SIM milanese ha commentato il bilancio e anche quanto emerso dalla call dell’AG Guido Bastianini con gli analisti, rendendo noto che “incorporiamo parzialmente nelle nostre stime 2021 la sorpresa positiva del primo trimestre del 2021, riducendo la perdita di circa 70 milioni a 620 milioni“.
Mps: con Profumo-Viola rimandata contabilizzazione 11 MLD NPL
Tornando al risultato delle perizie del giudice Salvini nell’ambito del procedimento che vede indagati per falso in bilancio gli ex vertici Alessandro Profumo, Fabrizio Viola e Paolo Salvadori, l’Ansa ha riportato quanto scritto dal giudice.
Ovvero che le rettifiche effettuate dalla banca dopo gli interventi della vigilanza, che Mps ha imputato alla “costante congiuntura negativa del contesto macroeconomico e ad asserite modifiche intervenute nelle metodologie e nei parametri di valutazione dei crediti a seguito degli interventi”, erano in realtà per i periti “omesse svalutazioni per competenza di posizioni altamente problematiche”.
Praticamente, “le procedure e le direttive” in tema di contabilizzazione dei crediti deteriorati (NPL) di Mps “sino al 2017 sono risultate generiche, lacunose e, di conseguenza, totalmente inefficienti per una corretta classificazione e valutazione dei crediti”, consentendo “comportamenti quantomeno non omogenei e discrezionali da parte dei ‘valutatori del credito'” della banca “con conseguente violazione della normativa e dei principi contabili internazionali in materia” e produzione di “impatti quantitativi di assoluto rilievo”.
Una corretta contabilizzazione avrebbe aumentato la perdita del 2013 da 1,44 a 4,47 miliardi e tramutato i quasi 390 milioni di utile del 2015 in un ‘rosso’ di quasi 4,3 miliardi, riducendo in maniera speculare le perdite del 2014, 2016 e 2017, esercizi ai quali le svalutazioni sono state rinviate.
All’aumento da 5 miliardi del luglio 2014 Siena si sarebbe presentata con un bilancio 2013 con un ‘rosso’ triplicato a quasi 4,5 miliardi e un patrimonio netto dimezzato, da 6,2 a 3,1 miliardi.
Tutto questo è emerso dalle valutazioni dei periti Gian Gaetano Bellavia e Fulvia Ferradini, incaricati dal gip di Milano Guido Salvini di verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche risultanti da tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017.