Borsa Milano chiude a +0,5% con exploit delle banche, KO Enel e Leonardo
Piazza Affari inaugura l’ultima settimana di aprile con il segno più. Il Ftse Mib chiude la giornata di contrattazioni a 24.513 punti (+0,52%). La settimana sarà densa di appuntamenti, con in primo piano i dati su PIL in UE e USA e le riunioni di Fed e BoJ. Prosegue a ritmo spedito l’earning season statunitense con i numeri di Tesla in arrivo stasera e quelli degli altri giganti Tech nei prossimi giorni. IN Italia il 28 aprile sarà il turno di Saipem e il 29 aprile di ENI e STM.
Acquisti oggi sui titoli del settore bancario. Intesa Sanpaolo ha chiuso nelle posizioni di testa del Ftse Mib con +2,32% a 2,2725 euro. Un assist al titolo del gruppo guidato da Carlo Messina è arrivato dagli analisti di Barclays che confermano la raccomandazione overweight su Intesa Sanpaolo che rimane la preferita in vista dei risultati del primo trimestre e in un orizzonte di medio termine. Su Intesa Sanpaolo il target price indicato da Barclays sale del 17% da 2,4 a 2,8 euro. Per l’intero 2021 la nuova stima di EPS è di 0,18 euro (da 0,17), mentre per il 2022 sale da 0,21 a 0,23 euro. Rivista al rialzo la valutazione su Intesa anche da parte di Goldman Sachs che conferma buy con target price passato da 2,65 a 2,7 euro per azione. Goldman dice buy anche su Unicredit e Bper.
Molto bene oggi anche Banco BPM (+2,04%) su cui Barclays dice Overweight con target price salito da 2,4 a 2,7 euro. Overweight anche su Bper (close a +3%) con target price da 1,9 a 2 euro. Nel focus dedicato alle banche italiane, Barclays indica ‘venti contrari’ sul margine d’interesse nel primo trimestre dell’anno. In media stima il Net Interest Income in calo del 5% t/t, mentre vede solide tendenze delle commissioni (-2% t/t e +3% a/a).
Debole Stellantis (-0,21% a 14,36 euro) che paga l’intonazione ribassista del comparto auto. Stando a quanto riportato dal Financial Times, Volkswagen ha avvertito i manager di prepararsi a un calo della produzione più grande nel secondo trimestre rispetto al primo e questo a causa di una carenza globale di chip. Herbert Diess, ceo della casa automobilistica di Wolfsburg il mese scorso rimarcò che Volkswagen non è stata in grado di produrre 100.000 auto a causa della carenza di chip e il gruppo non sarà in grado di recuperare la carenza nel 2021. La situazione è stata esacerbata ad esempio dalle bufere di neve che si sono verificate in Texas, poiché i grandi produttori di chip con sede lì hanno dovuto fermare o ridurre la loro produzione.
Tra le big si segnala il calo dell’1,09% di Enel. Sul fondo del listino Leonardo con un calo del 2,13 per cento. Nel fine settimana l’ex Finmeccanica ha annunciato l’acquisizione di una quota del 25,1% di Hensoldt, gruppo tedesco attivo nell’elettronica per la Difesa.