Sky Italia: al via la riorganizzazione, effetto Serie A a Dazn. Firmato accordo per lavoro da remoto e isopensione
Sky Italia dà il via a un maxi piano di riorganizzazione interna, con l’obiettivo di ridurre i costi per 300 milioni di euro da qui al 2024. Un obiettivo reso necessario da un contesto altamente competitivo in forte trasformazione tecnologica e verso la piena digitalizzazione, ma anche a causa della complicazione derivante dalla trattativa sui diritti del campionato di calcio serie A che ad oggi vede l’azienda fuori da questa partita.
Secondo quanto illustrato ai sindacati, nel corso dell’incontro di oggi, il gruppo media si prefigge di mettere in campo un progetto di razionalizzazione dei processi, mettendo a fattor comune risorse e progetti con le altre sedi europee del gruppo e attraverso un programma di razionalizzazione e semplificazione organizzativa interna. “La pressione competitiva e lo scenario economico complessivo legato alla crisi sanitaria impongono un percorso che, oltre al cambiamento organizzativo, porti nel triennio una razionalizzazione dei costi complessivi di circa 300 milioni, costi afferenti a minori spese gestionali, produttivi e del costo del lavoro”, ha spiegato l’azienda guidata da Maximo Ibarra.
Per quanto riguarda appunto il capitolo lavoro, il gruppo media ha quantificato in circa il 25% l’obiettivo di riduzione del suo organico, vale a dire 2.500/3.000 uscite su 11mila addetti. Il taglio riguarderà sia personale interno, pari a 5.000 dipendenti diretti, sia esterno, che ammonta a 6.000 addetti. Nei prossimi giorni verranno calendarizzati diversi incontri nei quali si inizierà ad analizzare le varie direttrici di intervento possibili, insieme ai sindacati, in modo da non ricorrere a licenziamenti.
In vista dell’incontro odierno sul nuovo modello organizzativo, ieri Sky Italia ha firmato con i sindacati del settore un accordo che garantisce alle persone che usciranno in isopensione (lo scivolo pensionistico, introdotto dalla riforma Fornero per l’esodo dei lavoratori più anziani, che permette di andare in pensione in anticipo e che viene pagato interamente dall’azienda) un sistema di integrazione al reddito che garantirà la piena tenuta economica fino al raggiungimento della effettiva pensione.
E’ stato inoltre firmato l’accordo sperimentale che regolamenterà il lavoro da remoto nella fase post emergenziale. Nel dettaglio, l’accordo prevede un massimo di 12 giornate al mese lavorabili al di fuori dell’azienda, introducendo un giorno al mese dedicato alla formazione da effettuarsi da remoto. Si tratta di un segnale importante che introduce una sorta di “diritto” al lavoro agile indipendentemente dalla professione svolta, un salto culturale significativo per il settore. Per tutti gli altri profili è stata inserita la facoltà dei singoli lavoratori di decidere, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale attualmente in vigore, quanti giorni lavorare fuori azienda nel limite massimo stabilito per i vari profili (12 giorni al mese per i non turnisti e per il customer care, 8 per i turnisti). Ulteriori giorni al mese vengono riconosciuti per casi di particolare disagio.