Affitti dopo un anno di Covid: prezzi giù a macchia di leopardo, Milano segna -11%
Il mercato degli affitti negli ultimi 12 mesi è stato travolto dall’emergenza Covid con un boom di appartamenti sfitti soprattutto nelle grandi città. I prezzi delle locazioni hanno tenuto durante le prime ondate di chiusure, ma adesso i nodi inziano a venire al pettine con un primo concreto calo. I dati dell’Ufficio Studi di Idealista evidenziano una diminuzione dello 0,9% nel primo trimestre 2021.
Tendenza ribassista continuerà nei prossimi mesi?
“La pandemia ha innescato la fine del ciclo espansivo dei prezzi delle locazioni che sembrano aver già toccato il livello massimo. I mercati più dinamici, come Milano, Venezia, Firenze, sono i più impattati dal blocco delle attività economiche, dal turismo ai viaggi d’affari e anticipano una tendenza ribassista che probabilmente vedremo nei prossimi mesi riflettersi anche negli altri mercati, fino all’assimilazione dell’offerta che è aumentata del 44,7% solo negli ultimi dodici mesi”, commenta Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista.
Tra le città, Venezia (-3,9%) e Milano (-3%) segnano le contrazioni più forti a livello di grandi mercati – – i due centri hanno sperimentato maggior calo a livello di capoluoghi da marzo 2020, rispettivamente con l’11,3% e l’11,1% – seguite da Torino (-1,9%) e Bologna (-1,6). Cali più contenuti a Napoli, Firenze (entrambe -1,3%) e Roma (-0,5%).
Monza e Bergamo sono gli unici mercati a non aver subito variazioni nel corso degli ultimi tre mesi; Ascoli Piceno (9,8%) segna il balzo maggiore del periodo seguito da Catanzaro e Verbania (entrambe 8,1%), Treviso (6,7%) Teramo (6,1%) e Parma (6%). All’opposto della tendenza le contrazioni maggiori spettano a Udine (-9,1%), Vercelli (-9%) e Sassari (-8,9%).
Le dinamiche regionali e provinciali
A livello di singole regioni, l’andamento trimestrale dei canoni di locazione vede ancora una netta prevalenza di regioni in segno positivo, 14 su 20 macroaree analizzate, guidate da Basilicata (5,2%), Veneto (3,8%) e Calabria (2,5%). All’opposto, le performance peggiori spettano a Lombardia (-2,4%), Molise (-2,1%) e Umbria (-1,9%). Cali inferiori all’1% in Piemonte (-0,7%), Lazio e Liguria (entrambe -0,2%).
Nonostante il calo trimestrale la Lombardia (14,8 euro/m²) si conferma la regione più cara, davanti a Lazio (12,4 euro/m²), Toscana (12,2 euro/m²), Trentino-Alto Adige (11,7euro/m²), Valle d’Aosta (11,2 euro/m²) e Emilia-Romagna (10,9 euro/m²). Tutte le altre regioni si attestano su valori inferiori alla media nazionale, dai 9,2 del Veneto, a scendere fino ai 5,3 euro del Molise, la regione più economica davanti alla Calabria (5,4 euro/m²).
Passando alle province, il 60% dei mercati segna ancora una tendenza positiva con valori talvolta gonfiati dalla forte incidenza del prodotto dal prezzo unitario più elevato che, prima della crisi sanitaria, era destinato alle locazioni brevi. Questo spiega gli aumenti assolutamente anomali delle province di Grosseto (44,8%), Massa Carrara (29,4%) e Rimini (19%), cui fanno da contraltare i ribassi decisi di Pordenone (-10,8%), Sondrio (-6,6%) e Forlì (-6,3%) in un rally delle quotazioni che si spiega con la forte volatilità dovuta all’effetto-Covid. Con una richiesta media di 17,4 euro mensili, Grosseto diventa la provincia con gli affitti più salati d’Italia, davanti a Milano (17 euro/m²) e Ravenna (15,9 euro/m²). All’opposto, le province più economiche per la locazione sono Avellino (4,7 euro/m²), Caltanissetta (4,6 euro/m²) ed Enna, fanalino di coda con 4,3 euro al mese.