Mutui e prestiti: dopo sei anni tornano a crescere le rate non pagate
La crisi Covid si fa sentire sulle famiglie italiane e dopo sei anni aumenta il numero di rate che non si riesce a pagare. Negli ultimi 12 mesi, infatti, è cresciuto di quasi 1 miliardo di euro l’ammontare delle rate non pagate relative ai mutui e ai prestiti concessi dalle banche.
Fabi: crisi Covid pesa sui bilanci familiari
Così emerge da un’analisi della Fabi, la Federazione autonomia dei bancari italiani, secondo cui si tratta di una brusca inversione di tendenza dopo quasi sei anni consecutivi di riduzione del credito deteriorato riconducibile alla clientela privata, calato progressivamente da maggio 2016. Il totale delle “sofferenze” delle famiglie, finanziariamente piegate dal Covid, dice l’analisi, è passato, da febbraio 2021 a febbraio 2022, da 11 miliardi e 559 milioni a 12 miliardi e 373 milioni con una crescita, in un anno, del 7,04% corrispondente, per l’esattezza, a 804 milioni.
E mentre tornano a crescere gli arretrati delle famiglie, quelle non in regola con le scadenze dei “vecchi” finanziamenti, va segnalata anche una robusta crescita dei mutui: le banche hanno erogato nuovo credito finalizzato all’acquisto di abitazioni per 18 miliardi e 439 milioni, con una crescita del 4,69% che ha portato lo stock di mutui, da febbraio 2021 a febbraio 2022, da 393 miliardi e 457 milioni a 411 miliardi e 896 milioni. Complessivamente, i finanziamenti alle famiglie sono cresciuti di 23 miliardi e 244 milioni, considerando anche l’incremento del credito al consumo (più 1 miliardo e 589 milioni, in salita dell’1,45% a 111 miliardi e 82 milioni) e la variazione positiva dei prestiti personali (più 3,2 miliardi, in salita del 2,31% a 142 miliardi e 285 milioni). “È una importante spia di difficoltà dei cittadini e della clientela che non va sottovalutata, anche se la cifra, circa 800 milioni, è relativamente contenuta. Per la prima volta dopo molti anni sono tornate a crescere le sofferenze delle famiglie che fanno fatica a pagare le rate. Probabilmente sono i primi segnali negativi, i primi effetti della crisi economica generata dalla pandemia, solo in parte tamponata con le moratorie dello Stato ed emergono i primi segnali di incertezza delle fasce più deboli della nostra società” così il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.