Petrolio debole, ma Brent sopra soglia 113$. Tra i catalyst Libia e conflitto Russia-Ucraina
Seduta all’insegna della debolezza per il petrolio le cui quotazioni si mantengono però su livelli elevati. Nel dettaglio, il Brent si muove in leggero calo dello 0,06% a quota 113 dollari al barile mentre il Wti indietreggia dello 0,3% a 107 dollari. Il recente catalyst chiave sono le interruzioni dell’approvvigionamento dalla Libia. Il più grande giacimento petrolifero della Libia, Sharara, e il giacimento di El Feel sono stati chiusi a causa delle proteste di alcuni manifestanti che chiedevano le dimissioni dell’attuale primo ministro libico, Abdul Hamid Dbeibah.
“Questo ovviamente arriva in un momento in cui c’è molta preoccupazione per l’approvvigionamento petrolifero russo alla luce del conflitto in corso – sottolineano gli esperti di ING -. Il rischio specifico e più immediato al momento circa l’approvvigionamento petrolifero russo è la possibilità che l’Unione europea includa un divieto petrolifero nel prossimo round di sanzioni”. Da ING aggiungono: “La pressione sull’Ue per farlo è certamente in aumento, ma c’è una certa riluttanza da parte di alcuni paesi membri. Ciò richiederebbe un cambiamento nei flussi commerciali e la necessità di intensificare i rapporti con gli altri produttori. Tuttavia, finora i membri dell’Opec hanno in gran parte ignorato le richieste di aumenti della produzione più aggressivi”.